A scriverlo è La Gazzetta dello Sport che analizza la multinazionalità della formazione trapanese, penultima nella classifica del campionato della serie B
Castori si ritrova a lavorare con una sorta di multinazionale di calcio. Ben 11 giocatori sono stranieri, provenienti da 9 diverse nazioni, e qualcuno non parla nemmeno l’italiano: il norvegese Strandberg si esprime in inglese, il polacco Piszczek ha il connazionale Kupisz come interprete mentre l’argentino Grillo si fa capire in spagnolo.
«Con un organico rinnovato a gennaio e con molti stranieri – dice Castori – si fa fatica a creare non tanto lo spirito di squadra, perché col mio marchigiano riesco a farmi capire anche in Uganda, quanto a migliorare sul piano del gioco. Alcuni ragazzi non parlano la nostra lingua e in tanti – a livello tattico – hanno una cultura diversa dai giocatori italiani. Ci vorrà un po’ più di tempo, ma piano piano ci riusciremo, mai arrendersi».
Undici stranieri di ben nove nazionalità diverse nella rosa della squadra granata in questa stagione di Serie B. Ecco gli uomini di Castori: Kastrati (Albania), Grillo (Argentina), Biabiany e Taugourdeau (Francia), Odjer (Ghana), Ben David (Israele), Jakimovski (Macedonia), Strandberg (Norvegia), Kupisz e Piszczek (Polonia), Coulibaly (Senegal).
Al momento il Trapani non sa se, e quando, finirà il campionato, quale sarà il suo destino. Una cosa però è certa: se la prossima stagione dovesse ritrovarsi in serie B nelle sue pagine di storia si leggerà di due miracoli consecutivi. Quello, impensabile alla vigilia, conseguito lo scorso anno da Italiano e la sua banda con la promozione in serie B ed un altro, altrettanto arduo, realizzato da Castori con la sua multinazionale che, a non essere concentrati in campo, corre il rischio di divenire una vera e propria… Babele.