Un ko con il Livorno avrebbe irrimediabilmente compromesso la rincorsa salvezza. Che, però, resta ancora tremendamente difficile

«Se l’uomo non arriva al bordo del precipizio, non gli cresceranno le ali sulla schiena». E’ quanto accaduto al Trapani venerdì sera, con i granata che hanno fatto proprio il pensiero dello scrittore e filosofo greco Nikos Kazantzakis.

Giunto sul bordo del precipizio, infatti, il Trapani ha tirato fuori le sue ultime energie, riuscendo a restare aggrappato con le unghie e con i denti alla corsa salvezza, la quale, ad ogni modo, resta pur sempre complicatissima. Il Livorno si è presentato a Trapani in formazione pressoché tipo, come si aspettava l’allenatore granata Castori. Ed ha giocato la sua onesta partita fatta di chiusure. Poi ha trovato il jolly con Murilo e quasi non credeva ai propri occhi.

Il Trapani ha faticato tanto, troppo. C’era poca lucidità sia per gli spazi chiusi del Livorno, sia per la stanchezza. Castori, infatti, ha cambiato pochissimo i calciatori, facendo scendere in campo praticamente sempre gli stessi e contro i toscani c’era bisogno di avere la mente lucida. Così, quando ha deciso di mandare in campo Gigi Scaglia, la partita è cambiata. Gli sono bastati pochissimi minuti per modificare il destino della gara e, forse, anche del campionato granata. Del resto, che Scaglia sia un calciatore di qualità non lo si è scoperto giusto venerdì sera.

E, così, questo cambio ha letteralmente spezzato la partita in due, permettendo al Trapani di arrivare all’ottavo risultato utile di fila con 3 vittorie e 5 pareggi. E, soprattutto, gli permette di aver recuperato 8 punti alla Juve Stabia nelle ultime 4 gare. Le Vespe adesso sono quartultimi e vantano 4 punti di vantaggio sul Trapani, mentre prima della ripresa erano 12. E che per restare in serie B i granata dovessero “sperare” nelle disgrazie altrui era chiaro…