
Un solo gol in 12 partite per l’attaccante francese, ma ciò che non convince è soprattutto l’atteggiamento che assume quando entra in campo
Poche soddisfazioni e tanti dolori. Da fine agosto, quando il Cosenza si era fatto sotto per acquistarne il cartellino, il rapporto di Mbala Nzola con il Trapani viaggia sulle montagne russe, con più le discese che le salite. Soprattutto da novembre.
La lite con i tifosi della gradinata al termine della partita di Santo Stefano con il Perugia è solo l’ultimo caso di un torneo nel quale le tensioni sono state tante. Il primo a puntare l’indice su Nzola è stato l’ex allenatore Francesco Baldini che pubblicamente lo aveva accusato di scarso impegno. “Resterà fuori fino a quando non imparerà ad allenarsi” aveva detto l’ex tecnico granata. Poi, invece, era rientrato ed era andato pure a segno, il suo unico gol quest’anno, nella vittoriosa trasferta di La Spezia. Ma è stato un fuoco di paglia, perché a Pordenone, il 3 novembre scorso, a partita ormai finita e persa, si fa espellere, prendendosi due giornate di squalifica assolutamente evitabili. Al rientro con il Chievo Baldini lo lascia in panchina e poi non lo convoca con il Benvento. Sembra di nuovo ai margini della squadra, ma l’allenatore toscano lo recupera mandandolo in campo dal primo minuto con il Pisa. Gioca solo 45 minuti, perché non esce dal tunnel degli spogliatoi per disputare la ripresa, dopo una prestazione assolutamente deficitaria, soprattutto per l’atteggiamento.
Cambia l’allenatore, arriva Castori e quando il neeo-allenatore parla alla squadra, lui è l’unico ad essere girato ed a non ascoltarlo. Insorgono i tifosi, quindi, con il Pescara resta tutto il tempo in panchina. Castori nel finale con il Perugia lo manda in campo sperando nella sua velocità, invece, ancora una volta entra con il piglio sbagliato. Ed alla fine arriva lo scontro con i tifosi. Le montagne russe di Nzola, ormai, da troppe giornate vanno solo in discesa.
