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Trapani: le confessioni di Heller tra veleni e liti, isolamenti e scontri

Tanti i temi affrontati dall’ex presidente in una lunga conferenza, quasi un’ora e mezzo, nel corso della quale ha raccontato quanto accaduto negli ultimi mesi

“Ricevere l’affetto di tante persone che mi manifestano la loro vicinanza, mi sta provocando un’emozione interna”. Così ha cominciato l’ormai ex presidente Giorgio Heller, il quale ha poi spiegato come “la mia presidenza è decaduta dopo le dimissioni di quattro membri del CdA, motivata da una mia intervista e da un post di poche righe nelle quali avrei leso l’immagine del Trapani. E tutti i consiglieri si sono offesi contemporaneamente, mandando la lettera di dimissioni quando, invece, di solito avviene al contrario. Se è il presidente a ledere l’immagine, gli si chiedono le dimissioni, ma non hanno avuto il coraggio di farlo. Ad ogni modo me ne vado da presidente, ma con onore, per l’attaccamento alla squadra e per aver fatto questo mio ruolo a titolo gratuito, dall’inizio alla fine. Questo mi ha reso libero di pensiero rispetto a chi voleva non farmi esprimere certi concetti”.

LA RICOSTRUZIONE
All’inizio c’era un patto a tre tra Heller, Lorenzo Petroni e suo padre Fabio. “In questa prima fase abbiamo dato il massimo, partendo da sottozero”. Poi, però, qualcosa è cambiato. “Il personalismo di Fabio Petroni è cresciuto, fino alle dimissioni di Lorenzo Petroni”, formalizzate dopo che “il padre gli aveva tolto le deleghe sportive. E’ in quel momento che è iniziato il disgregamento di una organizzazione che era ben impostata”.

L’ISOLAMENTO
E’ cominciato nel momento in cui “dovevamo affrontare il rafforzamento della squadra, avvenuto con l’acquisto di tre calciatori con contratti che pesano per un milione e 100 mila euro sul bilancio della società. Tutto in extrabudget. Per questo motivo ho convocato un CdA per il 12 dicembre al fine di affrontare il tema e qui, capisco, che comincio a… rompere, ma ero il presidente ed avevo l’obbligo di vigilare sulla società. Qui si è passati dall’isolamento alla decisione di porre fine alla mia presidenza”.

LA DEFENESTRAZIONE
Si arriva al 30 dicembre. “Petroni mi invita a prendere un caffè da lui a Roma e mi chiede di fare un passo indietro perché dobbiamo immettere sicilianità nel CdA. Ho fatto presente che questo poteva avvenire anche con me presidente, a meno che non abbia fatto un qualcosa per cui me ne devo andare via e non ho ricevuto risposta”. Quindi, nei giorni di “transizione” ha ribadito come “se c’è una figura importante, come Pace, che apporta subito liquidità, sono il primo ad alzarmi e andarmene e questa mia dichiarazione diventa lesiva dell’immagine del Trapani”.

LE DIMISSIONI DEL CDA
“E’ stato un becero escamotage premeditato per farmi cadere. Nessuno, prima dell’approvazione del bilancio, avrebbe potuto farmi lasciare. Fare il consigliere con i fili non è dignitoso per le persone”.

L’ADDIO
“Me ne vado da presidente, ma con onore. Ho dimostrato attaccamento avendo svolto questo mio ruolo a titolo gratuito, dall’inizio alla fine. Questo mi ha reso libero di pensiero rispetto a chi voleva non farmi esprimere certi concetti. Lascio la presidenza amaramente, conscio che all’interno della società esistono dei problemi che ho provato a mettere in evidenza nel Cda. E oggi pago questo. Nessuno, però, deve dire che ci sono altre ragioni”.

Il POSSIBILE INCARICO NELLA LEGA DI B
“Ho avuto l’onore, ai primi di gennaio, di ricevere una telefonata di interesse del presidente della Lega di serie B il quale mi ha espresso sorpresa ed incredulità per quanto accaduto e che pensava di concedere al Trapani un ruolo importante all’interno della Lega. Questo perché Heller ha rappresentato male il Trapani o fatto male il suo dovere”.

LE FINANZE
“Fino a che ero il presidente del Trapani, alla luce dei contratti sottoscritti, c’era un problema finanziario, sia preventivo che di cassa. Sul Bilancio, per quanto mi ha riferito il direttore, quello 2019 è stato chiuso con un leggero disavanzo, ma di poche migliaia di euro, quindi assolutamente in linea. Ciò che mi preoccupa è quanto graveranno, nel 2020, le sottoscrizioni extrabudget per un milione e 100 mila euro. Fino ad un certo punto questa società era un modello. Adesso vediamo cosa farà la nuova società”.

L’AFFONDO SU PETRONI
“Chi ha autorizzato Fabio Petroni ad autorizzare? Non mi risulta che Alivision abbia autorizzato Petroni, il quale non è all’interno di Alivision”. E sul mancato coinvolgimento dello stesso Fabio Petroni all’interno del CdA, Heller glissa “Avrà i suoi buoni motivi”.

LO SCONTRO CON GIULIANO
L’avvocato siracusano, componente del CdA, ha anticipato con una sua dichiarazione la fine della presidenza Heller e l’incarico a Pino Pace. “E’ una notizia che, fondamentalmente, sapevano tutti, ma un consigliere di amministrazione non può rilasciare inopportunamente, in modo umanamente errato, una comunicazione del genere. Io sono il presidente del CdA e tu non puoi permetterti di dare questa comunicazione. Lui ha leso la mia immagine, creandomi un danno. Se non mi fossi dimesso, sarei rimasto in carica fino all’approvazione del Bilancio. Così hanno colto l’occasione delle mie dichiarazioni”.

LITI INTERNE
Prima del cambio al vertice della società già altri scontri si erano consumati all’interno della società. Come quello tra Ignazio Grimaldi, colui che contattò per primo Heller per fargli rilevare la società da De Simone, ed il dg Mangiarano. “Grimaldi ha avuto in incidente con Mangiarano, ha deciso di affrontare il tema in modo duro ed è arrivata anche l’epurazione di Grimaldi dal contesto Trapani”.

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