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Società divise sulla sospensione della B, il Benevento: ‘Una follia’

Pareri discordanti tra i club cadetti. Crotone e Salernitana plaudono all’iniziativa del Coni, tuona invece il patron dei sanniti che comandano la classifica con 20 punti di vantaggio

La Serie B si divide sulla sospensione del campionato e sulla possibilità, ancora non del tutto tramontata, di un annullamento della stagione a causa dell’emergenza Coronavirus.

Dopo il fermo dello sport fino al 3 aprile deciso dal Coni, sono arrivate le prime reazioni. Il Pisa ha sospeso le attività della sede sociale, la Virtus Entella ha annullato l’allenamento di martedì, la Cremonese ha annullato il lavoro di gruppo, prevedendo programmi individuali, il Perugia ha chiuso il museo ed il Livorno lo store. Ed ancora, il Pescara ha invitato i tifosi a giocare alla Play Station, mentre il Venezia ha deciso di curare soprattutto il settore giovanile.

Poi arrivano anche i commenti dei presidenti. A cominciare dal Crotone che, attraverso il patron Gianni Vrenna, plaude alla decisione del Coni e lo fa attraverso una nota sul sito ufficiale: ‘Era necessario che anche il calcio desse un segnale forte: in questo momento fermarsi è l’unica scelta possibile’. Posizione condivisa da Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone.  Maurizio Stripe: ‘In questo momento il Coni ha fatto bene ad assumere questa decisione perché rispetto alla settimana scorsa c’è stata una escalation’.

L’unica società, al momento, contraria alla decisione di fermare i campionati è il Benevento, dominatore fino ad oggi del campionato di Serie B e che rischia, in caso di fermo totale e scelta di bloccare promozioni e retrocessioni, di vedere annullare lo straordinario torneo disputato in questa stagione. ‘Se accadesse l’annullamento il calcio italiano finirebbe nel baratro. Ho avuto dei colloqui con Adriano Galliani e altri presidenti di Serie A e di Serie B, mi hanno informato dei rumors che stanno circolando su un’ipotesi estrema, e cioè che le autorità, non solo sportive, potrebbero annullare i campionati. Naturalmente, come tutti i cittadini italiani, i presidenti e calciatori si allineano alle decisioni del governo rispetto a un bene prioritario come la salute pubblica. Ma una volta ripristinate le condizioni ottimali bisogna giocare perché un eventuale annullamento del campionato comporterebbe per il calcio non dico la scomparsa, ma quantomeno ritrovarsi in un baratro dal quale difficilmente tutti noi ci potremo rialzare’.

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