Il presidente delle Streghe tuona contro una delle tre proposte al vaglio per il futuro dei campionati, quella di annullare la stagione e ripartire l’anno prossimo
‘Se verranno premiate istanze di natura soggettiva per club che hanno maggiore rilevanza nazionale, il Benevento dovrà cercarsi un altro patron’.
Non ha usato mezzi termini Oreste Vigorito, il presidente del Benevento nel commentare i possibili scenari che attendono le squadre di serie B. Il torneo è stato sospeso fino al 3 aprile, attuando quando disposto dal decreto del presidente del consiglio dei ministri, ma resta da decidere come si ripartirà quando l’emergenza Coronavirus sarà terminata.
‘Nell’ipotesi in cui dovessero negare al Benevento di salire in A, io cercherò di capire se tutto viene fatto in nome di un sacrificio generale – ha spiegato Vigorito a Radio Punto Nuovo -. Se invece vengono premiate istanze di natura soggettiva per club che hanno maggiore rilevanza nazionale, il Benevento dovrà cercarsi un altro patron. La Lega B vuole terminare questo campionato, non è normale dopo 28 partite annullare i sacrifici economici, finanziari di una tifoseria, di una società di una città’.
Il numero uno delle Streghe precisa come al centro di tutto vi sia la salute dei cittadini, ma già si sposta in avanti, guardando a cosa potrebbe accadere nel momento in cui si tornerà alla normalità. ‘Mi sembra evidente che qualcuno parla di non proseguire il campionato, far fare playoff e playout, cristallizzare il campionato – ha proseguito – tutte proposte fatte da chi ne ha interessi nel farlo’.
Quindi annuncia la sua ricetta: ‘c’è bisogno di stilare due programmi: uno in caso di non risoluzione del problema e uno in caso di ritorno alla normalità. Il riferimento al baratro è a tutta l’economia: contratti, sponsor, televisioni. Sono certo che la Figc ci stia già pensando, ma noi abbiamo tanti dubbi e incertezze e le voci sempre più assordanti. Noi italiani abbiamo un problema serio: pensiamo sempre a ciò che devono fare altri, io penso sempre a ciò che posso fare io. Noi come sistema calcio dobbiamo pensare a cosa potrà fare il calcio domani, non guardare al ministero della salute”.