Dei 400 milioni calcolati, il maggiore organo del calcio europeo chiede una buona fetta dell’importo ai club italiani, nonostante abbia una riserva di circa 500 milioni
È notizia di martedì la decisione della Uefa di rinviare al prossimo anno gli Europei che si dovevano disputare nel mese di giugno. Una scelta quella dell’organizzazione europea calcistica dettata dalla pandemia del Coronovirus.
Dal punto di vista economico il rinvio di Euro 2020 comporterebbe dei danni pari a circa 400 milioni di euro. Pur avendo a disposizione una riserva di “disaster recovery” di 565 milioni, il maggiore organo amministrativo del calcio europeo chiede il contributo dei vari Paesi.
La quota dell’Italia sarebbe di 60, forse 70 milioni. Una scelta che fa molte discutere i club, già alle prese con altre problematiche economiche dettate dallo stop a tutti i campionati sportivi.
Pare inoltre che Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, non voglia fare sconti: vuole giocare gli spareggi per l’Europeo a giugno (4 nazionali ancora da qualificare) e sarebbe disposto a rivedere il format della Champions, cancellando cioè il ritorno di quarti e semifinali, soltanto se l’epidemia di Coronavirus costringesse a restare fermi addirittura fino alla fine di maggio.