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Bolognino: ‘A Trapani un’esperienza importante’

In esclusiva per trapanigranata.it l’intervista al trequartista campano che rimase con i granata una sola stagione e quell’anno fu tra i migliori

Arrivato dal Savoia approdò al Trapani, che allora militava della serie D, nella stagione 1983-84, segnando diversi gol e mettendo la sua firma su quella stagione. Così Luigi Bolognino, centrocampista offensivo scuola Napoli, arrivò in maglia granata per vincere il campionato e portare la squadra in serie C, ma purtroppo le cose non andarono come la società desiderava. A fine campionato Bolognino lasciò il Trapani e si accasò con la Caivanese. Rimane, però, il ricordo di quella che per Bolognino fu un’esperienza importante.

In quel periodo la particolarità era rappresentata anche dal fatto che il Trapani doveva rivaleggiare con l’altra squadra cittadina che voleva la serie C, cioè il Ligny. Compagine che, proprio in vista di quel torneo, aveva cambiato nome in Pro Trapani, prima della fusione tra le due squadre avvenuta nell’estate successiva, un avvenimento che riportò nella città falcata una sola squadra. Una sola stagione in maglia granata, ma ricca di esperienze ed emozioni per Bolognino che, sfruttando la sue doti realizzative, andò a segno contro: Paternò, Mascalucia, Caltagirone, e Folgore. 28 furono le sue presenze col Trapani. Ed è proprio Bolognino – attualmente docente di scienze motorie in un liceo sportivo – a raccontare quella che fu la sua esperienza in maglia granata.

IL RICORDO
«Quell’anno sarei dovuto andare a giocare con il Nola, ma invece approdai al Trapani. Arrivai a stagione in corso, tra ottobre e novembre del 1983, e l’obiettivo che la società aveva era quello di approdare in serie C. Giocai regolarmente tutta la stagione e ricordo in particolare anche la presenza del Pro Trapani che giocava nel nostro campionato. A Trapani mi sono trovato molto bene. Avevo esperienze in serie D e C sia in Campania sia in Toscana, ma arrivato al Trapani che militava in serie D era come giocare in un ambiente di categoria superiore, quasi come se fossimo in C o in B. Come allenatori ebbe Biagini e Celano, veramente due gran brave persone. Avevo fatto tutta la trafila delle giovanili del Napoli ed ero nell’ottica di svolgere questo lavoro come un vero professionista, ed a Trapani trovai un ambiente serio, strutturato, e professionale; sicuramente di categoria superiore».

L’AMBIENTE
«Ero arrivato a Trapani per fare il salto in C. Io e i miei compagni eravamo lì per questo e la società aveva questo obiettivo, ma non riuscimmo. Molto probabilmente attorno a noi c’era tanta pressione psicologica e questo non ci aiutò a centrare l’obiettivo. La tensione che avevamo per conseguire l’obiettivo finale sicuramente ci condizionò e da coraggiosi diventammo quasi paurosi. A volte accadeva di attaccare davvero tanto, ma non riuscire a segnare. Situazione che poi mise in difficoltà anche il tecnico Biagini, che era un bravo allenatore, tanto da spingerlo alle dimissioni. L’ambiente che c’era al ‘Provinciale’ e il calore dei tifosi erano encomiabili. Di partite disputate ne ricordo diverse, ma due in particolare: quella contro il Mascalucia dove io ed Italia disputammo una grande partita e una contro la Folgore dove segnai con un colpo di testa».

I COMPAGNI
«Ho tanti ricordi dei miei compagni di squadra e di quella mia stagione al Trapani. Ricordo, tra i tanti, Cerro, Italia, Culotti, Morreale, Rizzo, con Amedeo Armeni, poi, dividevamo anche la stanza d’albergo. Ricordo che con Rizzo andavamo spesso a mangiare al Corso – centro storico di Trapani, ndr – in un ristorante e poi andavamo in pasticceria. Ma ricordo anche l’ambiente che ho avuto il piacere di conoscere. Allora c’era la possibilità di conoscere anche i tifosi ed entrare nelle loro case. Ancora ricordo bene l’esperienza al Trapani che è stata importante, e mi sarebbe piaciuto rimanere a giocare per qualche stagione in più, ma le cose andarono diversamente. A volte non sempre tutto dipende da noi».

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