Un tetto salariale massimo per poter salvaguardare la sostenibilità economica della seconda e terza serie calcistica italiana. Tra gli addetti ai lavori si parla anche di questo
Il Covid-19 continua a produrre i suoi effetti nefasti sul Paese, e anche il calcio italiano risente, di riflesso, di tutti gli effetti negativi che il contagio sta provocando. Stadi chiusi, allenamenti sospesi, cassa integrazione di dipendenti, tagli agli stipendi dei calciatori, sono solo alcune tra le conseguenze più dirette ed immediate che la diffusione del virus sta determinando sul sistema calcistico italiano.
E tra le soluzioni per tenere in piedi in calcio italiano, in particolare sul versante dei costi, ci potrebbe essere quella di un tetto salariale. Ed è questa la proposta del presidente dell’Entella, Antonio Gozzi. «Adesso serve il salary cap – come riporta la Gazzetta dello Sport – altrimenti B e C chiudono. Una botta ad un mondo già in crisi. Senza sostenibilità gli imprenditori seri se ne andranno via». Il salary cap è la somma massima di denaro che una società può spendere complessivamente, per ogni stagione, per gli ingaggi della propria rosa sportiva.