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Faggiano: «Una mano al Trapani la posso dare sempre volentieri»

L’ex direttore sportivo granata, oggi al Parma, è stato intervistato dal Giornale di Sicilia. Un legame, quello con la città trapanese, che non si è mai interrotto

Daniele Faggiano è stato uno degli artefici della svolta storica del Trapani che raggiunse per la prima volta la serie B. Prima della sua gestione era lo stesso tecnico Roberto Boscaglia ad operare da solo nel mondo del mercato. Faggiano diede un supporto di qualità al tecnico gelese e nella gestione della società sportiva. Un direttore a tutto campo che arrivò a Trapani nel 2012 dopo la finale persa con il Lanciano e andò via nell’agosto del 2016 per una chiamata dal Palermo: nel mezzo una promozione in Serie B (la prima del club trapanese), una finale playoff per la Serie A persa e tantissime emozioni a tinte granata. Un’esperienza che ha raccontato tra le colonne del Giornale di Sicilia.

RIPRESA DEI CAMPIONATI

«Ci sono diversi aspetti da valutare, non è una situazione semplice. Già in Italia, per cose normali, facciamo fatica a metterci d’accordo, figuriamoci adesso. Io penso che bisognerebbe trovare la soluzione più giusta per il bene del calcio, stando tutti dalla stessa parte, a prescindere se si decida di giocare o meno, senza favoritismi e senza guardare esclusivamente in casa propria, perché non stiamo parlando solo delle partite che mancano per chiudere la stagione ma è in ballo il futuro del calcio in generale».

CAVALCATA TRAPANI-FAGGIANO

«Diciamo che io e il Trapani ci siamo lanciati a vicenda nel senso che allora sono stati bravi tutti, dal tecnico al presidente ai tifosi; quello che mi porto dietro ancor oggi è un’esperienza non solo lavorativa ma anche sentimentale, perché Trapani, dove conservo ancora tanti amici, ce l’ho sempre nel cuore. Quella Serie A ce la saremmo meritata noi più di loro. L’ho detto fino a ieri e lo ripeterò per i prossimi 20 anni, quella finale non l’abbiamo persa per demeriti sul campo, perché in 11 contro 11 non so se sarebbe finita così».

IL RAPPORTO POST ADDIO

«Io me la sento sempre un po’ mia questa squadra, anche quest’anno, se dovesse salvarsi, come spero, sarò veramente contento, perché è come se fosse la mia squadra. Sulla promozione dello scorso anno va dato tanto merito a Vincenzo Italiano e a Raffaele Rubino, che nonostante i problemi societari sono rimasti sempre nei primi tre posti». 

L’INTERRUZIONE DI ALCUNI PRESTITI DAL PARMA

«È stata una cosa normale, se Dini lo scorso anno giocava da titolare, con l’arrivo di Carnesecchi, che è uno dei giovani più bravi, si è pensato bene che Dini meritasse di giocare ancora da titolare, lo stesso con Minelli che è stata una scelta nostra perché Castori lo avrebbe anche tenuto, però il ragazzo è giovane e aveva bisogno di fare minutaggio, come Cauz, che aveva fatto buone partite all’inizio ma poi col cambio di modulo era cambiato tutto».

IL FUTURO

«Dico che le strade non si separeranno mai, io una mano al Trapani la posso dare sempre volentieri».

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