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Matteo Mancosu: «Trapani mi ha dato tutto»

L’attaccante sardo, oggi alla Virtus Entella, è stato intervistato per rivivere la sua esperienza trapanese durata due stagioni e mezzo, prima del passaggio al Bologna

Fino a poco tempo fa non aveva neppure la pagina su Wikipedia ed è il giocatore ad aver segnato di più con il Trapani nell’ultimo decennio con le sue 54 reti in 96 partite disputate. Matteo Mancosu ha rappresentato l’attacco dei granata dal 2012 al 2015. Due stagioni e mezzo, una promozione in serie B e capocannoniere per due volte di fila: prima in Prima Divisione di Lega Pro e poi nel campionato cadetto. Palla a piede, corsa e tanto fiuto del gol che hanno fatto innamorare tantissimi trapanesi. In qualsiasi posto di Trapani tutti conoscono Matteo Mancosu. 

L’attaccante sardo è stato intervistato da Goalsicilia per rivivere la sua esperienza trapanese prima del passaggio al Bologna. Di seguito un estratto.

IL RITORNO DA AVVERSARIO

«Quando ritornai a Trapani, il mio compagno Marco Toscano ci fece trovare 60 cannoli del posto: una delizia unica. In campo poi è stata una emozione unica con i tifosi che mi cantavano i cori: mi sentivo in imbarazzo. I trapanesi sono sempre stati speciali nei miei confronti. Io non mettevo piede a Trapani da quando sono andato via ed ho vissuto una bellissima emozione quella sera, nonostante la sconfitta».

L’ARRIVO AL TRAPANI

«Potevo andare un anno prima al Trapani, ma i granata non volevano liberare Perrone, da poco infortunato: dal punto di vista umano il club si sentiva debitore nei confronti di un calciatore che ha dato tanto per i granata. Su consiglio di Boscaglia andai quindi un anno a Lamezia, dove feci bene. Quindi venni al Trapani in un clima di guerriglia per le mancate occasioni per la promozione in serie B dell’anno precedente».

L’AVVENTURA GRANATA

«Il Trapani voleva rifarsi dall’anno precedente: cosa ben riuscita poi in campo. Non era semplice, perché il Lecce era uno squadrone. Nello scontro diretto però abbiamo vinto ed è stato decisivo con due miei gol: da lì non abbiamo più lasciato la vetta. La vittoria a Cremona è un giorno che non dimenticherò mai nella mia vita: tripletta personale e la promozione in serie B. Così come non dimenticherò certamente il debutto in cadetteria a Padova con la mia doppietta».

L’ADDIO

«Lasciare il Trapani non è stato semplice, perché mi ha dato tutto. Il Bologna era pronto per la serie A ed era l’ultimo treno che potevo prendere per la massima serie. Fui combattuto, ma era una scelta da prendere per la mia carriera».

IPOTESI RITORNO A TRAPANI

«Mai dire mai: sono grande, ho 36 anni e c’è da vedere se mi vogliono. Noi calciatori smettiamo presto di giocare e sono ormai vecchio».

VITTORIO MORACE

«Ho un ricordo bellissimo di Vittorio Morace. Era una persona che alle parole preferiva i fatti. Dal punto di vista umano pochi presidenti sono come lui».

ROBERTO BOSCAGLIA

«Boscaglia mi ha fatto giocare in categorie che da piccolo sognavo. Ha capito il mio gioco ed ha saputo sfruttare le mie caratteristiche. Credo che abbia dato tanto a me quanto io a lui. Siamo abbastanza contabili».

IL TRAPANI DI OGGI

«Mi dispiace tantissimo per ciò che hanno vissuto. L’anno scorso seguivo ogni conferenza stampa e non capivo come il presidente avesse venduto ad una società che non sembrava preparata, forte e tutto stava andando allo sfascio. Mi sarebbe dispiaciuto che il Trapani perdesse la categoria. Per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi e spero che si possa salvare, anche se non so se si riprenda o meno a giocare».

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