Trapani Granata
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Giacomo Tedesco, la guida che portò il Trapani in serie B

A sette anni di distanza il ricordo di uno dei protagonisti della storica prima promozione in serie B: con i granata in tutto ha giocato 66 partite

Giacomo Tedesco è stato un giocatore del Trapani nelle due stagioni della Prima Divisione della Lega Pro che portarono i granata il 12-05-2013 per la prima volta nella sua storia ultracentenaria in serie B.

Il suo ruolo somigliava molto a Mr. Wolf in Pulp Fiction: “risolvere problemi”. Già perché molto spesso Giacomo Tedesco partiva dalla panchina, ma può essere considerato a tutti gli effetti il dodicesimo titolare di quella formazione che raggiunse la serie B.

Mister Roberto Boscaglia, infatti, faceva affidamento sull’esperienza di Giacomo Tedesco nei minuti finali della partita. Quando il Trapani doveva rimontare, Tedesco veniva messo in campo per ricercare l’assist vincente per la manovra offensiva trapanese. Quando i granata, invece, si trovavano in vantaggio, Tedesco prendeva il posto di un esterno o di una seconda punta con il ruolo di congelare il risultato acquisito fino a quel momento.

Le sue 66 presenze in quelle due stagioni al Trapani ne fanno certamente uno dei protagonisti della cavalcata dei granata che culminò sette anni fa con il sogno di intere generazioni di tifosi trapanesi, che mai avevano gioito per un tale risultato calcistico.

12-05-2013, sette anni fa il Trapani conquista la prima promozione in serie B della sua storia. Che ricordo ha di quel giorno?

«Trapani è un ricordo bello della mia carriera. Vincere un campionato in una città che non aveva mai disputato un campionato così alto come la serie B faceva molto piacere. Aver contribuito insieme a tutto il gruppo fa di essa una promozione storica e bellissima. Ero felicissimo per la città e per i ragazzi che venivano da tanti sacrifici dalle categorie inferiori. Ritrovarsi in B ed aiutarli a raggiungere questo sogno per me è stato qualcosa di bellissimo. Ero uno dei pochi ad aver fatto anche la serie A ed ero stato più fortunato di questi ragazzi che ho visto poi gioire».

L’anno prima in più occasioni il Trapani fallì la promozione. Fu questo aspetto che diede la forza a quel gruppo di centrare l’obiettivo?

«È stata una vittoria meritata. L’anno prima c’era sfuggita per un pelo e dopo meritatamente abbiamo portato la serie B a casa. Avevamo aggiunto l’esperienza necessaria: quella che ci è mancata nel 2012 sia da parte dello staff che da parte dei giocatori. Io ero uno pochi, ma avevo avuto pochi spazi nelle partite finali per poter aiutare i ragazzi a stare tranquilli e non andare all’arrembaggio. Quei punti di vantaggio bisognava gestirli in maniera diversa. Tale fase negativa ci diede la giusta esperienza che ci ha condotti a raggiungere la promozione. Anche se rischiammo ugualmente con il pareggio con la Reggiana: l’anno prima i risultati dagli altri campi arrivarono negativamente per noi, mentre nella stagione della promozione furono a favore. Abbiamo avuto la fortuna dalla nostra parte».

Una volta conquistata la serie B non venisti confermato. Come andarono le trattative?

«Dopo la promozione ero con il contratto in scadenza e mi aspettavo un’offerta da parte del Trapani per rimanere per una stagione in serie B. Purtroppo non andò così e ci rimasi un po’ male».

Che ricordo ha della città di Trapani?

«Mio fratello Salvatore fu l’artefice del mio approdo a Trapani. Mi sono trovato benissimo e ringrazio i tifosi che ci hanno sostenuto e aiutato. Nella prima stagione anche se non si è vinto, la città era sempre vicino a questa squadra che aveva fatto veramente qualcosa di straordinario. L’anno dopo per come si sono comportati i tifosi e per il sostegno che c’hanno dato, la città di Trapani ha meritato la promozione. Anche in serie B i supporters granata si sono distinti e avrebbero meritato qualcosa in più in quel miracolo rispetto a quei play-off per la serie A, terminati male».

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

«Sono sempre stato un tifoso della Sicilia, perché sono un palermitano ed ho giocato a Trapani, Palermo e Catania. Mi piacerebbe allenare una di queste squadre ed una città della Sicilia perché mi sento un terrone siciliano. L’atmosfera del calcio siciliano mi dà la carica: sono cresciuto in questi ambienti dove si lottava sempre per raggiungere gli obiettivi importanti. Questa è la Sicilia che mi piace e sappiamo che ne ha molto bisogno per i momenti che sta passando».

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

La promozione in serie C della prima squadra granata comporta anche la partecipazione al campionato...
Il portiere analizza la sua stagione in granata e si candida per una permanenza tra...
Ha disputato una sola stagione in maglia granata segnando 8 reti e sfiorando la serie...

Dal Network

Joe Barone non ce l’ha fatta. Dopo il malore che lo ha colpito domenica pomeriggio, si...

Il futuro del tecnico viola sembra lontano da Firenze. Per lui si aprono le porte...
Il tecnico aveva preso il posto di Viali oggi chiamato a sostituire Caserta ...

Altre notizie

Tifo granata