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Cosmi: «A Trapani sostituire Boscaglia non era semplice»

Il tecnico perugino ritorna sulla sua avventura trapanese. Un elogio alla follia quella vissuta per l’allenatore nel corso dei due anni vissuti in Sicilia

Passano gli anni dalla sua avventura granata, ma, per Serse Cosmi, Trapani è stata una tappa della propria vita che ricorda con piacere. Ciò è accaduto in una recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.

Il tecnico perugino ricorda così il suo approdo: «Trapani è stata una favola incredibile. Quando sono arrivato lì mancavano poche giornate alla fine di un campionato che per i granata stava declinando verso zone pericolose. Boscaglia aveva allenato lì per tanto tempo ed era un’icona, avendo fatto cose incredibili. Mi chiamò Daniele Faggiano che mi propose di andare in Sicilia. Ricevetti diversi messaggi restii, perché andare a Trapani sarebbe significato la fine della mia carriera».

L’avventura di Trapani è un elogio alla follia per Serse Cosmi: «Lì sono ritornato il primo Cosmi. Sono stato irrazionale: sentivo che venire a Trapani era qualcosa che dovevo fare. Fui ripagato con due anni incredibili da parte di una terra emozionante. A Trapani ho avuto tutto quello che una persona sensibile voglia avere. È stata un’esperienza che neanche la mancata promozione in serie A ha scalfito minimamente».

Una scena entrata nella storia del calcio italiano è l’abbraccio tra Massimo Oddo e Serse Cosmi al termine della finale playoff per la promozione in serie A persa dal Trapani 2016. Cosmi commenta così il gesto del collega: «Oddo era felice ovviamente per la promozione del Pescara, però, aveva capito che per me quella partita rappresentasse tantissimo. Quindi venne ad abbracciarmi e mi fece ovviamente piacere: è stato un momento di grande commozione ed emozione. Il calcio dovrebbe vivere più spesso di queste situazioni. Soprattutto tra gli allenatori c’è un’ipocrisia e una violenza verbale che è cresciuta negli ultimi anni. Le rivalità tra gli allenatori ci sono sempre state però erano figure di grandissima personalità: oggi c’è un modo controproducente anche per gli stessi tecnici».

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