Se almeno sulla carta sono state gettate le condizioni per la ripartenza dei campionati, rimane il malumore per la soluzione scelta di spostare avanti nel tempo il pagamento degli ingaggi dei calciatori
Una delle soluzioni scelte dal Consiglio della Figc, per assicurare la ripartenza dei campionati, sta suscitando il malcontento all’interno della categoria dei calciatori, che per bocca del presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, non ha esitato a manifestare delle forti perplessità sulla strada intrapresa relativamente al pagamento degli stipendi. Oggetto di forte critica, in particolare, è stata la decisione, in tema di licenze nazionali per l’iscrizione ai prossimi campionati, che concede ai club la possibilità di iscriversi ugualmente anche non avendo pagato le mensilità di marzo e aprile, ma dimostrando, al contempo, la sussistenza di un contenzioso con i propri tesserati. Inoltre, per quanto riguarda la proroga della scadenza, per il pagamento del mese di maggio, estesa fino al 31 agosto, c’è da scommettere che il malcontento dei calciatori aumenterà.
Come evidenziato dal quotidiano La Repubblica, un calciatore potrebbe, sulla scorta del sistema congegnato dal Consiglio della Figc, trovarsi a percepire dopo gli emolumenti di gennaio e febbraio, soltanto quello di maggio e niente più almeno fino al 16 ottobre, data di scadenza dei pagamenti per i mesi successi. Detto in altri termini, rischiano di rimanere senza stipendio, da marzo ad agosto, un numero molto elevato di calciatori delle serie professionistiche italiane. E considerato il numero dei calciatori possibilmente coinvolti, tra A, B e C, il valore economico di un’operazione di questo tipo sarebbe davvero rilevante. Se il problema, in un certo qual modo, parrebbe impattare di meno per i calciatori della serie A che hanno mediamente ingaggi più elevati, molto sensibile diventa il ritardo nel pagamento per i giocatori di B, e ancor di più per quelli di C.