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Coronavirus, Criscitiello: ‘La riforma del calcio viaggia spedita’

La rivoluzione che pare riguardare il mondo del calcio italiano si avvicinerebbe a grandi passi. Alcuni nodi dell’attuale sistema sembrano irrisolvibili, ed è per questo che la soluzione più semplice sia quella di arrivare ad una riforma organica

Il Covid-19, non soltanto ha causato decine di migliaia di morti nel Paese, ma i suoi effetti nefasti si sono scaricati anche sul mondo del calcio italiano, portando alla luce dei problemi che già si conoscevano, ma che in questi ultimi tre mesi si sono palesati in tutta la loro plastica evidenza. Allora, in un momento così difficile, che questa settimana potrebbe avere una sorta di svolta, quanto meno per una decisione sulla ripartenza o meno dei campionati, potrebbe essere calato sul tavolo di gioco anche “l’asso” rappresentato da una grande riforma del calcio italiano. Ad illustrarla è Michele Criscitiello, direttore di TuttoMercato.Web, nel suo consueto editoriale del lunedì. «Qualche sera fa, un paio di settimane sono già passate, vi svelammo il famoso piano riforma per cambiare tutto il calcio. Un macello. Ghirelli parlò di fake news, invece, la riforma va spedita come un treno. Obiettivo, stagione 2020-2021. La Lega di A guarda e benedice. Sibilia regista del film perfetto, attore protagonista Balata, produttore cinematografico Gabriele Gravina. Il tutto prevede la messa in liquidazione della Lega Pro, Lega storica che purtroppo non ha più i numeri (economici) per autosostenersi. Domani, intanto, per la C è previsto un Consiglio importante dove alcuni Presidenti chiederanno la testa di Francesco Ghirelli. Non è detto che ciò avvenga ma sullo sfondo è pronto un commissario straordinario. Vi parlammo di G.A., oggi vi diciamo che si tratterebbe di Giancarlo Abete in caso di terremoto in Lega Pro».

Per quanto riguarda, invece, le riforme che potrebbe profilarsi all’orizzonte, la serie A rimarrebbe inalterata, ma la B avrebbe grandi cambiamenti. «Alla Lega di serie A – prosegue Criscitiello – non cambierebbe nulla. Il colpo lo farebbe Balata. Serie B a due gironi. 20 squadre per ogni girone. Promossa la prima di ogni singolo girone e la terza uscirebbe dal play off tra i due gironi. 6 retrocessioni. Le ultime tre dei due gironi. Hanno trovato anche l’accordo sulla spartizione dei diritti televisivi. La quota che oggi va alla C andrebbe alla serie B. Oggi la Lega di Balata prende il 6% dai diritti tv della serie A, con la riforma andrebbe a prendere il 10%. Ai club che sono già in B spetterebbe il 6%, i club che arrivassero in B attraverso la riforma (promosse escluse) si dovrebbero “accontentare” del 4% dei diritti tv della serie A. Aumenterebbe anche la percentuale per il voto in Federazione per la Lega di A, la Lega di B e la LND».

«Un’altra Lega a trionfare, in questa riforma, sarebbe proprio quella di Cosimo Sibilia che andrebbe a prendersi due categorie sotto il cappello, comodo, dei dilettanti. La terza serie e la serie D. Terza serie composta da 60 società. 3 gironi da 20, con 40 squadre che oggi sono in Lega Pro (da trasformare in società non a scopo di lucro) e che resterebbero fuori dalle 20 promosse in B, più le 9 già promosse dalla D e altre 11 che arriverebbero sempre dalla Serie D e scelte, giustamente, per merito sportivo come ha sempre privilegiato il duo Sibilia-Barbiero. Coerenza e merito sportivo alla base della riforma. Poi ci dovranno essere gli impianti adatti, almeno 1.500 posti, settore ospiti da 500 posti con seggiolini e impianti di illuminazione a norma. La prima di ogni girone andrebbe in B più la vincitrice del play off di ogni singolo girone. 6 promosse dalla terza serie alla B. 9 retrocessioni in quarta serie. Le ultime 3 di ogni girone. La serie D resterebbe a 9 gironi (da 18) ed ecco che le 4 retrocesse salverebbero la quarta serie. Una riforma utile a tutti. Alle tasche delle Leghe e dei club soprattutto. Zero ricorsi e finalmente solo 60 società professionistiche. Sarebbe la svolta che aspettiamo da 10 anni. Adesso si può, adesso si deve…». Così conclude Criscitiello.

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