L’ex granata che negli anni novanta conquistò gli occhi degli spettatori trapanesi ritorna sulla sua avventura vissuta nella terra che lo lanciò verso il grande calcio
«Quando sono arrivato a Trapani, ho trovato Arcoleo e ha cambiato la mia storia. Arrivavo dall’Interregionale e mi sono proiettato in un modo completamente diverso. Non ero l’unico ad avere questa storia. Eppure, lui ci faceva sentire tutti importanti. Quella era una squadra fortissima: se penso a Barraco, Capizzi, Tedesco. Tutta gente che oggi farebbe la differenza in serie B. Ma la vera storia era un’altra: avevamo fame. Avevamo fame di far parte di un mondo che fino a qualche tempo prima ci sembrava un sogno. La differenza la fece quell’atteggiamento».
A parlare è Tanino Vasari che a Trapani giocò nelle stagioni 1993-1994 e 2005-2006. Due esperienze differenti con i granata: nella prima arrivò una promozione dalla serie C2 alla serie C1, mentre nella seconda una retrocessione dalla serie D all’Eccellenza: «A Trapani la promozione dalla C2 alla C1 – dice Vasari nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica – rimane il ricordo più bello. Il premio per una città intera e per un gruppo unito in maniera straordinaria».
Da siciliano e da ex granata il legame di Vasari è certamente vivo: «Seguo il Trapani naturalmente con grande interesse. Sono molto dispiaciuto a sapere che la società abbia problemi. Mi ha fatto molto male leggere le difficoltà in cui navigano i colori granata. Meriterebbero un proprietario profondamente legato alla squadra».
L’ex giocatore analizza così la ripresa del campionato del Trapani: «Sarà difficile raggiungere la salvezza, ma penso di sì. A volte penso che sarebbe stato più giusto fermarsi definitivamente, ma capisco che sarebbero nati molti problemi. Chissà, magari sarà una buona occasione e il Trapani manterrà la serie B».