Fondamentali nelle indagini l’acquisizione delle conversazioni telefoniche, che venivano registrate dallo stesso ex ad attraverso un’app
Registrava le telefonate con un’app per avere tutto sempre a portata di mano. Così, quando i militari della Guardia di Finanza gli hanno sequestrato il telefono cellulare, quelle telefonate sono diventate una prova documentale e non una intercettazione. E’ questo uno dei passaggi fondamentali nelle indagini a carico di Maurizio De Simone, arrestato giovedì dalle Fiamme Gialle.
In sostanza De Simone, avendo scaricato sul proprio telefono l’applicazione cellulare “Call Recorder”, registrava automaticamente tutte le conversazioni che intratteneva e lo faceva per mantenere la memoria di dati e numeri relativi alle varie conversazioni.
Per il buon esito delle indagini sarebbero stati ascoltati anche alcuni dipendenti del Trapani, tra cui gli addetti al botteghino, i responsabili amministrativi del settore sportivo e Paola Iracani, consulente fiscale della società.