Ad ammetterlo è la stessa società granata nella lettera di Fabio Petroni al sindaco Giacomo Tranchida, diffusa poi dallo stesso primo cittadino
Sono le 21.30 di lunedì 9 marzo quando il premier Giuseppe Conte annuncia il lockdown con lo slogan #iorestoacasa. L’Italia si ferma per due mesi, prima di ripartire gradualmente da maggio in poi.
Il 2 marzo, su ammissione dello stesso Fabio Petroni, l’allora presidente Pino Pace, l’ex consigliere Paolo Giuliano ed il direttore generale Giuseppe Mangiarano, sarebbero stati informati che Alivision non avrebbe potuto versare nulla nelle casse del Trapani per rispettare le scadenze del 16 marzo. Questo è uno dei tanti passaggi che si legge dalla lettera di Fabio Petroni a Giacomo Tranchida. Una settimana prima quindi dell’annuncio del lockdown, il Trapani era già in difficoltà e non avrebbe potuto rispettare le scadenze federali.
Pubblicamente il Trapani non si espose in quei giorni e non affermò di avere difficoltà economiche già il 2 marzo scorso. La società granata, però, intervenne per commentare il pignoramento dei conti e dopo il deferimento che poi ha portato alla penalizzazione di due punti e alla conseguente retrocessione in serie C.
Due comunicati stampa, il 21 aprile e il 29 maggio, nei quali il Trapani ammetteva difficoltà economiche. Problematiche dovute esclusivamente prima al pignoramento dei conti e poi al lockdown. Eppure a leggere la lettera di Petroni a Tranchida, già il 2 marzo ci sarebbero state delle difficoltà finanziarie, ammesse solo adesso con ritardo.