Il quotidiano analizza l’incredibile situazione che si vive in casa granata con la società non in grado di assicurare i tamponi ai tesserati
La questione tamponi, con il Trapani che non avrebbe i fondi necessari per pagarli rinviando così ulteriormente l’avvio della preparazione atletica della squadra, è “icona di cosa sia il Trapani, della vicenda paradossale che il club sta vivendo e della conseguente mortificazione dei tifosi granata”.
Così La Repubblica, nell’edizione odierna, fa il punto della situazione in casa Trapani a meno di 20 giorni dall’esordio in Coppa Italia. “Il Trapani ha un allenatore arrivato da quattro giorni in città e carico di entusiasmo (Daniele Di Donato) – si legge nell’articolo -, un direttore sportivo che da poco ricopre questa carica ( Sandro Porchia), un addetto stampa che sul desktop del computer ha pronto l’elenco dei convocati, e circa quindici dipendenti che reclamano da tre mesi lo stipendio. Ha anche uno stadio in gestione, che sarebbe pronto ad accogliere i primi allenamenti, e qualche calciatore dello scorso anno disponibile a rimanere in serie C. Ma non ha più nulla: per l’appunto, neanche i soldi per i tamponi, necessari per iniziare l’attività. Una situazione ai limiti del credibile, per una società professionistica che ha appena perso la serie B per 70 mila euro non pagati. Eppure, è la realtà”.