Deciso attacco dell’ex centrocampista alla proprietà del club granata, recentemente estromesso dal campionato serie C. Nel corso dell’intervista spazio anche ai suoi progetti futuri
Maurizio Ciaramitaro è sempre schietto e senza peli sulla lingua quando rilascia delle interviste. Anche con la redazione di Mediagol l’ex centrocampista granata ha parlato in maniera decisa del Trapani: dal suo addio, al nuovo ruolo, fino ad arrivare all’estromissione della formazione trapanese dal campionato di serie C.
Ciaramitaro ha giocato per il Trapani dal 2013 al 2017: quattro stagioni in serie B, che lo rendono legato alla terra trapanese, dove spesso tornava per vedere le gare della formazione granata.
L’ADDIO
«Quando ho smesso di giocatore ho deciso di collaborare con il direttore di allora perché me l’hanno chiesto. Non ero pronto per smettere perché non è mai facile farlo. Purtroppo, però, avevo problemi seri ad un ginocchio ed ho smesso».
IL CIARAMITARO DEL FUTURO
«Adesso sto cercando di dare una mano a qualche ragazzino: qualcosa che a livello manageriale mi piace tanto. Seguivo Tolomello che è andato al Milan insieme a Filì: sta a loro fare bene. È importante per i giovani di oggi capire cosa vuol dire essere professionisti e cominciare a calcare dei grossi palcoscenici».
L’ESTROMISSIONE DEL TRAPANI
«A Trapani non so come hanno fatto. Hanno perso una categoria per 70mila euro. Alla fine avevano quattro/cinque giocatori che facevano mercato, da cui potevano incassare tanti soldi ed è stata fatta fallire. Una situazione assurda, considerando che non erano messi così male: di società peggiori ne ho conosciute e sono riuscite a salvarsi. Più che una cattiva gestione, direi che c’è stata la volontà di fare fallire il Trapani, visto che dalle cessioni si potevano incassare 2/2,5 milioni di euro. Anche con Di Donato: che atteggiamento hanno avuto? Questo non è calcio».