L’ex giocatore granata ripercorre la sua esperienza trapanese, che ha segnato l’inizio e la fine della sua carriera da calciatore. Amarezza è il sentimento per l’estromissione del club
Natale Picano è palermitano, ma il suo legame con la terra trapanese è qualcosa di intangibile. A Trapani Picano giocò nelle giovanili, si diplomò, debuttò in prima squadra e finì poi anche la propria carriera da calciatore.
Un ricordo vivo ancora oggi a distanza di decenni, che Natale Picano così ripercorre attraverso trapanigranata.it: «Ho giocato sette anni nel Trapani e di aneddoti ce ne sarebbero a bizzeffe. Io ho un ricordo bellissimo della mia esperienza trapanese. Trapani è stata la mia seconda città: andavo ancora a scuola quando venni lì. Ho ancora tanti amici che incontro volentieri. Quando mi capita d’estate di spostarmi a San Vito Lo Capo vengo riconosciuto ancora oggi da diversi trapanesi. Il Trapani è stato il mio trampolino di lancio da dove sono partito e da lì ho finito».
Un uomo ferito. È questo il sentimento che traspare da Natale Picano quando parla dell’estromissione dal campionato di serie C del Trapani: «La situazione di Trapani non l’ho capita. La tifoseria ai miei tempi avrebbe buttato la sede sottosopra ed invece è rimasta a guardare passivamente quello che facevano signori che hanno fatto e disfatto tutto. Senza nessuno ad intervenire e a mandarli via. Quanto accaduto è veramente una cosa schifosa. Sono stati distrutti lavori di tanti anni».