Il fallimento apre le porte all’ammissione al prossimo torneo di serie D: la prossima tappa è il bando che dovrà essere emanato dal sindaco Tranchida
“Il Re è morto, lunga vita al Re”. E’ la formula con la quale nella monarchia francese veniva annunciata la morte del Sovrano e l’avvento del suo successore, affermando la continuità. Un po’ quello che sta per accadere al Trapani, perché se martedì è arrivato il fallimento del Trapani calcio srl, una nuova società è già all’orizzonte. Spetterà al sindaco individuarla attraverso il bando pubblico, come accaduto a Palermo, Bari, Modena e Foggia solo per citare alcuni esempi, garantendo la continuità, proprio come con la monarchia.
L’articolo 52 delle Noif, le norme organizzative interne della federazione, concedono la possibilità, alla città rimasta esclusa dai campionati professionistici, di ripartire dalla serie D, anche in sovrannumero, attraverso l’individuazione della nuova gestione da parte del sindaco, proprio con il bando. Per questo motivo, quindi, da martedì, giorno del fallimento del Trapani calcio srl, il nuovo Trapani (a prescindere dal nome) è più vicino alla serie D rispetto a lunedi 21.
Quella che riguarderà il Trapani, pertanto, è soltanto una ripartenza come, del resto, già ce ne sono state altre nell’ultracentenaria storia della prima squadra di calcio della città. Nel 1990 avvenne la prima, con il fallimento dell’As Trapani 1906 (la società nata dalla fusione fra As Trapani e Pro Trapani), e nel 2002 la seconda con il fallimento del Trapani calcio spa. Senza dimenticare che l’attuale Trapani calcio srl non è altro che l’ex Città di Trapani, a sua volta ex Belice e, prima ancora, ex Paceco.