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Trapani, ecco le tappe del fallimento

L’avvocato del foro di Trapani Francesco Brillante spiega lo status della procedura concorsuale con l’iter previsto per giungere alla liquidazione

La società Trapani Calcio srl è fallita da una settimana. Una decisione del Tribunale di Trapani che avvierà ad un iter previsto per giungere alla liquidazione.

Un procedimento in cui trapanigranata.it si è affidato alle conoscenze dell’avvocato Francesco Brillante del foro di Trapani che nell’intervista spiega lo status delle attività.

L’AVVIO DEL FALLIMENTO
«Il curatore fallimentare una volta insediato deve ricostruire il patrimonio dell’azienda, le scritture contabili ed identificare tutti i debiti e i crediti. La prossima udienza sarà quella dell’approvazione dello stato passivo: tutti i creditori che emergono dalle scritture contabili vengono dichiarati creditori e chiedono di essere ripagati nella misura in cui sarà possibile farlo. I lavoratori sono privilegiati rispetto ai fornitori di beni e servizi. Allo stesso tempo il curatore visionerà i suoi crediti e ciò che è ricavabile dall’attivo. Nella procedura fallimentare il magistrato ha dei poteri importanti per decidere e tutto dovrà avvenire secondo criteri di congruità».

I TEMPI 
«Siamo in un periodo emergenziale data dalla pandemia del covid e tutti i meccanismi giudiziari si sono rallentati. La procedura fallimentare, però, risulta essere speciale ed ha necessità di proseguire. I tempi sono un po’ scanditi dalla legge o anche dalle circostanze. Molto dipende dalla completezza delle scritture contabili». 

IL BRAND
«Il titolo pur essendo stato dichiarato fallito è un bene che può essere soggetto di cessione per dare continuità nella sua storia. Il tribunale nominerà comunque un consulente tecnico per la valutazione del brand. Fatta la stima viene bandita l’asta. L’altra alternativa sarebbe quella di ripartire con una società completamente nuova e con un brand differente».

I RISCHI
«Il tribunale esprimerà anche un giudizio di meritevolezza. Se emerge una colpa grave o un dolo nella gestione dell’azienda, potrebbe emergere una distrazione di fondi, malversazioni o piuttosto addirittura la bancarotta che può essere documentale, fraudolenta o semplice. Tutti comportamenti degli amministratori che possono non corrispondere ai criteri di diligenza e responsabilità. Personalmente non sono al corrente di ciò, ma il curatore fallimentare farà emergere eventuali anomalie che possono essere rilevanti ai fini dello stato di insolvenza in cui si è trovata la società». 

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