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Baglio: «A Trapani Italiano era un direttore d’orchestra»

L’ex presidente dei granata racconta il tecnico che con il suo Spezia sta conquistando il grande calcio. Il loro rapporto durò pochi mesi, ma fu intenso

Tre mesi da presidente, sono bastati a Francesco Baglio per conquistare la serie B con il Trapani. Alla guida c’era Vincenzo Italiano, oggi uno degli allenatori tra i più apprezzati. L’ex presidente granata ricorda con affetto il tecnico: «Ho avuto Italiano per un breve periodo, fino a quando non siamo andati in Serie B. Io non sono un grande tecnico di calcio, anzi sono un ignorante. Però Italiano mi fece una grandissima impressione, una persona modesta ma capace. Mi impressionarono due cose: la capacità di organizzare la squadra, metterla in campo. Vedendo giocare il Trapani si aveva la sensazione di ascoltare un’orchestra, i giocatori si trovavano a occhi chiusi. Io fui nominato a campionato già iniziato e tutti mi dicevano che dovevamo lottare per la retrocessione, che era fatta co scarti di altre squadre. Italiano è anche un grandissimo motivatore e dà una grossa psicologica. Mi raccontavano che qualche calciatore che non si riusciva a tenere sotto controllo con lui dava il massimo e aveva disciplina».

Francesco Baglio, nel corso dell’intervista rilasciata a Radio Marte, poi continua: «Trovo che Italiano sia una persona molto empatica. Che Italiano avrebbe fatto una buona carriera ne ero sicuro, è un predestinato. Non credo si debba porre dei limiti per la sua carriera. Sicuramente andrà in grosse squadre, non gli pongo limiti. Non ho le capacità tecniche per giudicarlo ma tecnicamente credo sia già pronto e non penso che si monti la testa, lui è molto con i piedi per terra ed è molto realistico. Lui è stato in squadre dove la struttura societaria non era gigantesca. Sicuramente può ambire a squadre di alta classifica».

L’ex presidente del Trapani vede la strada di Vincenzo Italiano già ben tracciata: «Il giorno dopo la promozione mi chiamò un presidente importante e, chiacchierando del più e del meno, la conversazione finì su Italiano. E io dissi esattamente le stesse cose dette oggi. Lo raccomando caldamente e penso che lui possa essere capito da un pubblico meridionale come quello di Napoli, non dovrebbe trovarsi a disagio. Napoli è un po’ come Trapani, è una terra di emigrazione».

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