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De Simone non dimentica Trapani, dice che…

Per la prima volta, a distanza di tre anni da quando ha lasciato il club, con una squalifica in corso, l’ex dirigente racconta pubblicamente la sua versione dei fatti

«Sorpresa, cucù». Così ha fatto irruzione Maurizio De Simone nel corso della conferenza stampa dell’amministratore unico della Pistoiese Alessandro Gammieri (in foto al fianco di De Simone), intervenuto per spiegare le problematiche della squadra toscana.

La presenza di Maurizio De Simone non è passata inosservata, considerata l’inibizione inflitta dalla Figc. L’ex dirigente granata ha parlato a titolo personale, pur avendo collaborato con la società di servizi Omav, le cui collaborazioni con la Pistoiese sono state assidue negli ultimi mesi.

De Simone per la prima volta, da quando ha lasciato il Trapani, ha parlato della squalifica e della sua esperienza granata. «Vengo attaccato da cinque anni e da cinque anni ho la fedina penale pulita – sbotta il campano -. Ho dei procedimenti penali in corso, ma fino al terzo grado di giudizio, se non c’è una sentenza della Cassazione, il sottoscritto rimane una persona dalla fedina penale pulita. Non mi devo vergognare di lavorare per nessuno». 

Maurizio De Simone sta scontando cinque anni di squalifica, a seguito del procedimento sportivo che l’ha visto coinvolto per le vicende del Trapani: «Non sono tesserato con nessuna società sportiva. La Figc non ha fatto altro che copiare le accuse del pm e solo su quello hanno fatto poi la squalifica. La Figc rischia di fare la stessa brutta fine che ha fatto, dopo dieci anni, con Signori per il caso calcioscommesse. Io non chiedo di essere riabilitato».

L’ex dirigente granata, inoltre, si prende i meriti della promozione in serie B del Trapani, conquistata da un gruppo di uomini, guidato magistralmente da Vincenzo Italiano: «A Trapani con una società indebitata fino all’osso, comunque, l’abbiamo portata in B. Le altre storielle vicine e lontane, neanche mi riguardano. A Trapani fin quando ci sono stato io le cose andavano nella norma. Poi sono arrivati altri, riconducibili all’ex proprietà del Pisa. Faccio nome e cognome, Fabio Petroni, bancarottiere acclarato che ha fatto fallire il Trapani. De Simone non ha fatto fallire il Trapani. De Simone ha semplicemente portato il Trapani in B e ci ha rinunciato pure perché la domenica gli facevano il coro a morte».

Sul fallimento del Trapani, De Simone respinge ogni accusa: «Il Trapani non è fallito per colpa mia. Tra poco uscirà fuori la verità. Ci vuole ancora un annetto, almeno per il primo grado. Alivision, che poi ha fatto fallire il Trapani, ha dovuto riconoscere alla mia ex società l’indennizzo per la cessione di quote».

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