L’attaccante romano è alla sua prima stagione in maglia granata e viaggia ad una media elevatissima: 10 gol in 20 partite ed il Trapani si affida a lui per la salvezza
Quando è arrivato a Trapani era in cerca di riscatto. Lo ha trovato a suon di gol, uno ogni due partite, proprio quella media che identifica i grandissimi bomber.
Stefano Pettinari, nato a Roma il 27 gennaio 1992, 28 anni fa, giornata dopo giornata è diventata il simbolo di questo Trapani che, pur tra mille difficoltà, non si arrende e combatte per conquistare quel grande obiettivo chiamato salvezza. Pettinari del Trapani è diventato il simbolo. Un attaccante che fa reparto da solo, che lancia i compagni, che ritorna a dare una mano ai centrocampisti, che pressa e che recupera palla e che poi, cosa non secondaria per un centravanti, fa anche gol.
Quella di quest’anno è la sua migliore stagione di sempre, considerato che il suo record di gol, 13, lo ha ottenuto in serie B con il Pescara, ma giocando 38 partite, mentre a Trapani è già salito a 10, ma in 20 gare. Ed anche per questo ha attirato le attenzioni dei migliori club della serie cadetta, ma i granata hanno detto di no. Pettinari è in prestito dal Lecce, peraltro anche con opzione di acquisto al termine del campionato, per cui avrebbe potuto lasciare Trapani nel mercato invernale soltanto se la società granata fosse stata d’accordo. E quando c’era la fila dal Lecce, a toglierlo dal mercato ci ha pensato Paolo Giuliano, componente del CdA del Trapani. Con buona pace di tutti gli altri. Perché Pettinari rappresenta l’emblema di questa squadra.