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Fermo campionati, caos contratti: cosa accade nel Basket

Si fa strada l’ipotesi di dichiarare conclusa la stagione anzitempo, e le società vorrebbero far decadere i contratti, risparmiando sugli ingaggi. La Giba è in rivolta

No alla decadenza dei contratti nel caso in cui la stagione calcistica venga sospesa, dichiarata conclusa per via dell’emergenza Coronavirus.

Con il passare delle giornate cresce il fronte di quelle società che vorrebbero chiudere subito la stagione in corso, senza attendere una eventuale ripresa quando le condizioni sanitarie del Paese lo permetteranno in seguito alla pandemia di Coronavirus. Già abbiamo raccontato di come alcune società di serie A siano pronte a chiedere la conclusione anzitempo della stagione, una soluzione che potrebbe venire incontro alle società, le quali vorrebbero, in questo modo, risparmiare sui contratti stipulati con i propri tesserati perché ritengono che con la decadenza della stagione, andrebbero a decadere anche gli stessi accordi.

L’idea è già in stato avanzato in altri sport, a cominciare dalla pallacanestro e la Giba, l’associazione dei giocatori, l’equivalente dell’Aic guidata da Tommasi, già annuncia le barricate con un no secco alla decadenza dei contratti.

‘Nel confronto franco e aperto iniziato dall’associazione giocatori con la Lega nazionale pallacanestro, non è mai stato affrontato il tema contrattuale in caso di eventuale mancata ripresa dei campionati. Abbiamo evidenziato come per noi la priorità assoluta, in questo momento in cui l’attività è solamente sospesa e anche in caso di nuovo inizio, è quella della tutela della salute degli atleti, staff tecnici e societari – hanno spiegato in una nota -. Non esiste in alcun modo il tema della “decadenza” dei contratti, anche in caso di eventuale conclusione immediata della stagione. Compostezza giuridica richiede che un tema così delicato non venga trattato con semplificazioni che potrebbero ingenerare confusione’.

Quindi, la conclusione: ‘Riteniamo, e lo abbiamo ribadito a Lnp, che non possono essere gli atleti e le loro famiglie, ovvero i lavoratori, parte più debole della catena, che prende compensi minimi e vive di quei compensi, a dover pagare il prezzo più alto, soprattutto in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. Per questa ragione, oltre a rigettare in pieno la tesi della “decadenza”, ribadiamo che siamo in contatto con tutti i nostri associati e che a ciascuno di loro viene e verrà sempre garantita continua e completa assistenza legale da qui ai prossimi mesi’.

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