Il ministro dello Sport, intervenuto nell’informativa al Senato, torna a parlare della riapertura dei campionati specificando, però, che ciò avverrà solo se si potrà giocare con le giuste garanzie sanitarie
Vincenzo Spadafora, titolare del dicastero dello Sport, affronta il tema dell’eventuale ripresa del campionato, e chiarisce che ciò avverrà soltanto se le condizioni di sicurezza sanitaria potranno essere rispettate. «Sono pienamente consapevole – afferma Spadafora – dell’importanza sociale che si raccoglie intorno al tema del calcio, sarebbe paradossale se non ne riconoscessi importanza. Rappresenta industria importante, un fatturato importante e che dà al fisco oltre un miliardo di euro l’anno. Ho trovato però eccessivo l’inasprimento del dibattito politico e mediatico, incomprensibile a fronte di milioni di italiani interessati a propria salute e lavoro. Ieri osservazioni per ripresa allenamenti: il cts chiede che nel caso in cui emerga un positivo all’interno della squadra, tutta venga messa in quarantena senza contatti esterni. L’altra di affidare responsabilità notevole ai medici delle singole società e ancora che venga fatta attenzione al numero di tamponi, che non vada a impattare su esigenze generali dei cittadini. Credo che le osservazioni saranno prese in considerazione dalla Figc, che riadatterà il proprio protocollo a queste indicazioni e consentire la ripresa degli allenamenti. Poi resterà necessità di definire la riapertura del campionato: se riprenderà come tutti auspichiamo, riprenderà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una succesione ordinata di azioni e protocolli al fine di riprendere in sicurezza, di tutti. Non era possibile decidere per fretta irresponsabile. Era evidente e in contrapposizione con tutela salute. Un’incertezza che ha caratterizatto tutti i paesi. Gli unici che hanno deciso subito sono quelli che hanno bloccato, mentre gli altri hanno rinviato la decisione per analizzare curva dei contagi».
E sulle precauzioni da tenere, non soltanto in materia di allenamenti di gruppo, ma in vista della ripresa del campionato, il ministro Spadafora aggiunge: «Il calcio è per sua natura uno sport nel quale non è possibile mantenere distanze, i giocatori devono correre, marcarsi, assembrarsi in area di rigore. Da qui la necessità di evitare. La sottovalutazione di questo problema ha portato poche settimane fa alla quarantena di diverse squadre di Serie A e diversi giocatori. Quello che vogliamo evitare è di ritrovarci in questa situazione. Siamo tutti consapevoli che la necessità per il calcio nasca da motivazioni sportive e da legittime motivazioni economiche, diritti televisivi dal cui introito dipende il futuro di molte squadre».