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Trapani, un mese dall’estromissione: Pellino contro tutti

Intervista al proprietario della società granata esclusa dal campionato di serie C, a seguito della mancata presentazione in due gare nella competizione

È passato poco più di un mese dall’estromissione del Trapani dal campionato di serie C. Era il 5 ottobre, quando il Giudice Sportivo prese la decisione di escludere la formazione granata dalla competizione, a seguito della mancata scesa in campo nelle gare contro Casertana e Catanzaro.

Il Trapani senza calcio e per almeno un anno. La società granata è ancora in vita, ma non partecipa ad alcun campionato, neppure giovanile. La proprietà è sempre di Alba Minerali, le cui azioni di maggioranza sono di Gianluca Pellino, che ha rilasciato una lunga intervista a www.trapanigranata.it, che verrà divisa in più pubblicazioni.

L’ESTROMISSIONE

«Ho vissuto questo mese in pessimo stato, perché purtroppo tutte le colpe sono state addossate nei miei confronti. Tutti pensavano che fossi un uomo di Petroni: se ciò corrispondesse a realtà il Trapani oggi era fallito. Io mi sono addossato le responsabilità e nello stesso momento sto adempiendo ciò che mi dice la legge: pagare i creditori di debiti fatti da miei predecessori».

LE ACCUSE

«Quando sono arrivato conoscevo la situazione, ma non mi aspettavo solo ostruzionismo nei miei confronti. Non mi è stata data la possibilità di collaborare con nessuno ed il Trapani è stato estromesso. Mi domando: a chi ha giovato il fatto di aver fatto estromettere il Trapani Calcio? Secondo me alcune persone volevano che il Trapani fallisse per colpa di Petroni, ma io mi chiamo Gianluca Pellino. La mia colpa è aver creduto in una città in una situazione che era diventata talmente incandescente che chiunque fosse al mio posto non poteva agire. Le difficoltà ci sono state e sono state reali: in dieci giorni non potevo risolvere il problema».

LE ALTRE ACCUSE AI CALCIATORI

«In sede di calciomercato potevamo tranquillamente prendere minimo un paio di milioni di euro ed andavamo a sanare la situazione debitoria. I calciatori che si sono permessi di fare i sindacalisti, con i vari Evacuo, Pettinari e Luperini, sono tutte persone che non hanno mai amato la maglia che indossavano, perché loro guardano solo il denaro, visto che si sono già accordati con altre squadre. Il loro intento è stata relativa solo alla parte economica».

IL DOPO ESTROMISSIONE

«Io sono stato presente in città nei giorni successivi all’estromissione e ritornerò le prossime settimane al momento che verrà definitivamente approvato il concordato per ricominciare a lavorare e creare il nuovo futuro del Trapani Calcio».

 

L’intervista continua…

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