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Il Trapani festeggia il ‘giorno delle bandiere’

L’8 febbraio è il compleanno di due bandiere, Salvatore Vassallo e Ninò Daì, calciatori ed allenatori granata

Un giorno speciale. E’ l’8 febbraio, nel quale il Trapani festeggia due calciatori che hanno lasciato il segno con la maglia granata: Salvatore Vassallo e Nino Daì. Entrambi sono stati prima calciatori e poi allenatori del Trapani, fra prima squadra e giovanili

Salvatore Vassallo è nato l’8 febbraio 1961 ed oggi festeggia 61 anni. Con il Trapani ha esordito nella sfortunata stagione 1978-79, quando dalla C2 i granata finirono in D. Da allenatore, invece, è stato il primo a sedersi sulla panchina della Primavera quando, nel 1995-96, nonostante la prima squadra militasse in C1, i granata vennero ammessi nell’allora Primavera unica proprio con Vassallo allenatore e Morana supervisore. Quindi, è stato alla guida anche della prima squadra, anche se con poche fortune. Per circa un mese nell’estate del 2000, quando dopo la retrocessione dalla C2 alla D sembrava che l’allora amministratore unico Guido Messina fosse riuscito nell’intento di iscrivere la squadra nel massimo torneo dilettantisico, salvo scoprire, ad agosto, il diniego della federazione. Quindi, è stato il primo allenatore scelto da Vittorio Morace, nel 2006, in serie D. Ma la sua avventura durò poche giornate.

Qualche anno dopo, invece, cominciò la storia di Nino Daì. Specialista in promozioni, oggi compie 38 anni. Prima di arrivare al Trapani vince l’Eccellenza con l’Alcamo di Roberto Boscaglia nel 2006, quindi, si veste di granata. Vince subito l’Eccellenza, anche se attraverso i playoff, e si mette ancor più in luce per via di una incredibile prolificità: 8 reti in 29 partite complessive. Quindi, vive una stagione tranquilla in D con i granata prima di veder sedere sulla panchina quel Boscaglia con il quale aveva già lavorato, ed i risultati sono incredibili: un ripescaggio (in Seconda Divisione) dopo il secondo posto in D e due promozioni, in Prima Divisione ed in B, anche se nel mezzo c’è il doppio suicidio sportivo in Prima Divisione contro Spezia e Lanciano.

E negli anni della B scende in campo anche a San Siro, in quell’indimenticabile turno di Coppa Italia vinto dai nerazzurri, ma soltanto 3-2. Si ritira dopo 173 partite ed 11 reti e comincia ad allenare nel settore giovanile granata, continuando fino a quando non è arrivata l’esclusione della prima squadra nello scorso campionato.

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