Non è la prima volta che i granata sono costretti a non giocare una partita regolarmente in calendario: sia in casa che fuori. Le ultime nel 2001-02
Nessuno immaginava che quelle scene potessero ripetersi. Con gli avversari che, attesi i 45 minuti e dopo che l’arbitro dichiara chiusa la partita, scendono in campo da soli per degli esercizi fisici.
Eppure è quanto verificatosi domenica in occasione di Trapani-Casertana. Una scena che è tornata a ripetersi dopo 18 anni. Tanti, infatti, ne sono passati dalle quattro rinunce del Trapani nel campionato di Eccellenza 2001-02 e che, poi, portarono alla naturale esclusione dei granata da quel campionato.
Il contesto era sicuramente diverso, perché per i tanti debiti accumulati dal Trapani, venivano pignorati gli incassi e, così, la squadra di fatto non aveva la possibilità di poter giocare. Successe alla settima giornata al Provinciale con la Panormus e la domenica successiva ad Alcamo, per proseguire alla ventiduesima giornata in un derby casalingo con il Mazara quindi mai andato in scena. E, così, la radiazione arrivò la settimana successiva quando il Trapani non si presentò a Spadafora.
Poi, però, la storia del Trapani è proseguita con il Città di Trapani, altra squadra granata che quell’anno partecipava al campionato di Eccellenza, la quale in estate cambiò la propria denominazione in As Trapani ed ottenne il ripescaggio in serie D arrivando, qualche anno dopo, nelle mani di Vittorio Morace che diede il via alla scalata degli ultimi anni.