I biancoverdi hanno dato dimostrazione di ottima organizzazione e grandi doti di programmazione: ed ora si prosegue con il Trapani
Da squadra di frazione a squadra che rappresenta il capoluogo. Quanta strada ha fatto il Dattilo dal 1980, quando la società venne costituita. In questi decenni è passata dai campi polverosi, con spettatori amici e familiari dei calciatori, a diventare la prima squadra di Trapani con il cambio di denominazione che diverrà ufficiale nei prossimi giorni.
In 40 anni di campionati il Dattilo ne ha vinti 7, in due occasioni ha scalato le categorie per via del ripescaggio e soltanto quattro volte ha chiuso il torneo con una retrocessione. E’ arrivato in Eccellenza, la massima categoria del calcio regionale, nel 2014-15 e, nonostante fosse una matricola, ha subito fatto intendere di essere una società organizzata e capace di programmare tutto. Ha costruito tassello dopo tassello ed oggi che il Trapani non c’è più per via dell’esclusione nella passata stagione e del susseguente fallimento, e che il Comune non è riuscito ad assegnare il titolo sportivo, ha deciso di compiere il grande salto: diventare Trapani.
Da un lato c’è l’amarezza per la scomparsa del Dattilo, società che era riuscita a conquistarsi il rispetto di tutte le avversarie. Dall’altro c’è la certezza che questa nuova/vecchia società non compirà il passo più lungo della gamba. Da sempre la caratteristica della gestione legata a Michele Mazzara è stata l’oculatezza e proprio per questo motivo è stato possibile raggiungere il risultato di oggi. Magari senza grandissimi nomi o ribalte particolari, ma con il duro lavoro di ogni giorno.
