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Trapani, per battere lo Spezia chiedi come si fa a Terlizzi

Nel novembre del 2014 il difensore segnò il rigore decisivo al 95′. ‘L’obiettivo oggi è giocare senza guardare la classifica e poi tirare le somme alla fine’

Prendersi la responsabilità di battere un calcio di rigore al 50′ del secondo tempo. Un penalty che può decidere la partita e assegnare la vittoria alla tua squadra, sapendo che, dopo, non ci sarà tempo per riprendere il gioco.

E’ stato quello che ha fatto Christian Terlizzi il 29 novembre 2014 in un Trapani-Spezia poi finito 3-2. Perché Terlizzi concorda con De Gregori, come recita La leva calcistica del ’68. Lui non aveva paura di sbagliare un calcio di rigore. Però, poi, lui i rigori li voleva mettere dentro, realizzarli, segnare e regalare il successo alle sue squadre ed ai suoi tifosi. Così quel giorno, al termine di una partita ‘schizofrenica’, non gli tremarono le gambe. Ha preso il pallone sotto al braccio e lo ha posizionato sul dischetto, sotto la curva dei tifosi di casa.

Quella con lo Spezia è stata una delle partite più incredibili, per l’andamento, degli ultimi anni. Per oltre un’ora di gioco le due squadre si affrontano senza creare grandissime occasioni. Poi, però, quella gara impazzisce con cinque reti in 27 minuti, recupero compreso. Comincia lo Spezia che passa in vantaggio con Catellani al 68′, gettando nello sconforto i trapanesi. I minuti passavano, ma i liguri erano sempre avanti, ma a 6 minuti dalla fine arriva il gol, liberatorio, di Nino Barillà per l’1-1. Sembra finita, invece, il Trapani passa avanti 2-1 a 4 minuti dalla fine grazie ad Enis Nadarevic. Arriva il 90′ e questa volta sembra fatta, ma al 92′ lo Spezia trova incredibilmente il pareggio con Brezovec su calcio di punizione e, allora, di nuovo delusione. Ora per davvero anche i più fiduciosi sono convinti che la vittoria è sfumata, ma come in Italia-Germania 4-3, la palla torna in gioco ed arriva un calcio di rigore. Tutti si guardano, perché tirare un rigore al 95′ non è facile. Ad appropriarsi del pallone ci pensa Christian Terlizzi che si dirige, con calma ‘glaciale’, verso il dischetto. Tutto lo stadio è ammutolito, sa benissimo che quella conclusione deciderà l’incontro. Se entrerà sarà festa, altrimenti sarà una ‘doppia beffa’.

Terlizzi non ha paura di sbagliare un calcio di rigore. E soltanto chi non ha paura di fare qualcosa non sbaglia. Prende la rincorsa e piazza il pallone alla sinistra del portiere Chichizola che aveva anche intuito la direzione. E’ il gol del 3-2, quello della vittoria del Trapani, quello della liberazione.

Da allora sono passati 1910 giorni, 5 anni, 2 mesi e 25 giorni, ma quel ricordo è ancora vivo nella mente dei trapanesi. «Ho un ricordo molto bello di quella partita. Abbiamo vinto – ricorda oggi Terlizzicontro una squadra che era attrezzata per vincere il campionato, ma anche noi stavamo facendo un campionato importante. Ci tenevo a fare bene nella partita contro lo Spezia. Alla fine della partita, al 95′, fu concesso un calcio di rigore per il Trapani e io ho voluto calciarlo, firmando il 3-2 che chiuse la partita. Nei momenti decisivi delle partite i rigori li ho sempre tirati io».

Immancabile, poi, il riferimento al Trapani di oggi. «I granata in questo momento stanno andando male, anche se hanno un allenatore bravo come Castori. Lo conosco – conclude Terlizzi ed ho lavorato con lui: è un allenatore importante, una persona genuina e un gran lavoratore. Non è per nulla semplice per un tecnico lavorare e fare punti sapendo che si deve sempre rincorrere il risultato. Con lo Spezia la vittoria, comunque, è possibile. Al Trapani manca una striscia positiva di risultati utili. Basterebbe non perdere più partite e fare magari un paio di vittorie per rimettersi in corsa e arrivare almeno in zona play out. L’obiettivo per il Trapani deve essere quello di non guardare la classifica e fare più punti possibili per poi, alla fine, tirare le somme».

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