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Coronavirus, come allenarsi? Parla il professor Giovanni Basciano

Intervista di trapanigranata.it al preparatore atletico trapanese della storica Pallacanestro Trapani che tra gli anni ottanta e novanta raggiunse l’apice del Basket italiano

La competizione sportiva da dieci giorni in Italia è ferma per evitare il contagio con l’esterno in questo periodo di emergenza sanitaria. Nessuna decisione è stata presa, invece, in merito allo svolgimento degli allenamenti. Non sono noti neppure i tempi di una eventuale ripresa. Un periodo di limbo con la quale i professionisti dello sport stanno convivendo.

Trapanigranata.it ha intervistato il preparatore atletico Giovanni Basciano per cercare di fare maggiore chiarezza su ciò che atleti devono o non devono fare in questo periodo. Il trapanese all’inizio degli anni duemila era presente nello staff tecnico del Trapani con Massimiliano Mazzara allenatore. Il nome di Giovanni Basciano come preparatore atletico è però ampiamente legato alla Pallacanestro Trapani, che concretizzò tra gli ottanta e gli anni novanta, i salti di categoria dalla serie B/2 alla serie A1.

Professore Basciano, ci descriva un po’ la situazione attuale degli allenamenti, dopo le disposizioni in seguito all’emergenza Coronavirus.

«In questo momento gli atleti non si possono allenare tutti insieme e quindi l’allenamento è estremamente individualizzato. L’ideale sarebbe che il preparatore atletico fornisca singolarmente delle schede di preparazione da fare eventualmente a casa o in luoghi aperti come un giardino, se non è possibile sfruttare il campo di gara o di atletica». 

Che tipo di lavoro, nello specifico, va effettuato?

«Va effettuato un mantenimento delle qualità acquisite, anche se è molto difficile. Riuscire a mantenere una resistenza di lunga durata o di velocità diventa complesso in spazi molto ristretti come le mura domestiche. Va conservata la forza che è fondamentale e poi cercare di riuscire a fare degli esercizi per il “core” e per le gambe al fine di mantenere il tono muscolare». 

Come si potrebbe lavorare?

«Il preparatore atletico deve essere bravo a lavorare individualmente con il giocatore anche a distanza e con spazi ridotti. La situazione cambia nel momento in cui si ha a disposizione una palestra o un campo sportivo, nei quali si potrebbero organizzare degli allenamenti con dei turni, in modo da effettuare la seduta con le dovute distanze di sicurezza sanitaria».

Secondo lei, è corretto allenarsi regolarmente in questo periodo?

«Se si agisce pensando alla salvaguardia della salute pubblica andrebbero sospesi gli allenamenti per tutti. Il giocatore anche se è un professionista è, allo stesso tempo, una persona normale, come le tante che si trovano a casa in questo momento. Anche a loro e ai loro familiari va data la possibilità di rispettare le regole di quarantena».

A riguardo però non vi è presa di posizione unitaria…

«Le società, avendo nei giocatori un capitale e non essendoci chiarezza sull’inizio delle attività sportive, hanno tutto l’interesse a che queste persone non perdano quella forma fisica. Con le difficoltà del caso logicamente già c’è stato un passo indietro sulla tenuta atletica dei giocatori e converrebbe iniziare con una sorta di ritiro precampionato. Questa fase di incertezza sulla ripresa porta a scelte discordanti fra le squadre».

Gli atleti rischiano di infortunarsi all’eventuale ripresa?

«Sarebbe opportuno che quando si decide di riprendere, non sia una data immediata di 8-10 giorni. Va deciso un giorno in cui si ha almeno un mese di tempo per poter riprendere la tenuta fisica e mentale dei giocatori: lavorare dall’oggi al domani è complesso. Sarebbe opportuno per tale motivo avere un buon lasso di tempo. È logico che gli infortuni possono avvenire: essendoci stato un periodo in cui non ci si è più allenati. Se non mantenuti la forza ed il tono muscolare il pericolo diventa molto alto. Le qualità fisiche vengono meno e quindi non c’è l’opportunità di fare le esercitazioni adeguate per fare una prevenzione per gli infortuni». 

Del campionato del Trapani, invece, che ne pensa?

«Da tifoso immancabilmente ho seguito il Trapani. Bisogna sudare per raggiungere l’obiettivo della salvezza. Peccato che ci sia stato un intervento da parte della società tardivo. Il cambio d’allenatore e l’acquisizione di giocatori potevano avvenire prima. Adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Spero che tutta vada bene con le mille incognita nel momento in cui eventualmente si riprenderà».

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