Vertice informale tra tutti i medici delle 20 squadre che evidenziano i problemi dei rispettivi club nell’attuare il protocollo sanitario e fare riprendere il campionato cadetto
I club di serie B bocciano il protocollo sanitario necessario per vedere tornare i calciatori in campo e, così, la ripresa del campionato di serie B appare allontanarsi. Anche se, naturalmente, ancora sono in corso tante trattative e la parola fine deve ancora essere scritta.
I medici delle 20 squadre di serie B hanno tenuto una conferenza informale on-line per affrontare il tema legato proprio all’attuazione del protocollo, così come riporta l’edizione odierna de Il Messaggero. I responsabili sanitari delle formazioni cadette hanno affrontato la “fattibilità delle linee guida tracciate dalla Commissione medico-scientifica per farsi trovare pronti nel caso in cui il Governo decida di fare ripartire il calcio” ed al termine dell’incontro i medici hanno anche presentato una relazione al presidente di Lega sulla fattibilità del protocollo.
I CONTROLLI – Apparre pressoché impossibile reperire tutti i tamponi necessari per effettuare i controlli sui calciatori, considerato che, da una prima stima, ne occorrerebbero complessivamente circa cinquemila. Quindi si va verso una sostituzione dei tamponi con i test sierologici i quali, però, ad ogni modo dovranno essere individuati e distribuiti da Governo, Figc o Leghe.
IL MAXI-RITIRO – Il protocollo prevede il maxi-ritiro in assoluto isolamento. In questo caso, però, sono due gli step, perché il 4 maggio, sempre che il Governo dia l’ok alla ripartenza, si comincerà con gli screening medici, mentre i giocatori resteranno in isolamento protettivo, in albergo o centro sportivo e senza contatti con l’esterno. I “negativi” andranno a creare il cosiddetto ‘gruppo puro’ destinato a riprendere l’attività. Il secondo step, invece, riguarda gli allenamenti e la vita isolata all’interno delle strutture di riferimento.
LA QUARANTENA – Gli atleti stranieri che si trovano nei loro Paesi, e nel Trapani sono diversi, una volta rientrati in Italia dovranno rispettare le due settimane di quarantena. Così si è già in ritardo, perché ipotizzando il rientro in data odierna, il 4 maggio la loro quarantena non sarebbe conclusa.
I COSTI – Nel corso dell’incontro i medici non hanno affrontato il tema legato ai costi che dovrbebero sostenere i club di serie B, ma secondo il presidente del Perugia, Santopadre, il costo si aggira intorno ai 400 mila euro.
I PROSSIMI INCONTRI – Oggi la Commissione medico-scientifica della Figc si riunirà con i medici della task force governativa per l’eventuale placet ed è ovvio che i club di B si attendono anche gli ausili per l’esecuzione del protocollo, con alcuni club che hanno posto un paio di obiezioni riguardanti la responsabilità dei medici in relazione alla sorveglianza e le tutele legali nel corso del periodo di isolamento del gruppo-squadra.