Il componente del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità conferma che il periodo di isolamento per i positivi non può essere accantonato, ma annuncia che è allo studio una strada alternativa
Walter Ricciardi, componente del Consiglio esecutivo dell’Oms e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, per la pandemia da Covid-19, dice la sua sul nodo quarantena e sulle conseguenze che potrebbe avere sul mondo del calcio, in caso di nuovi contagi. «Non si può accorciare la quarantena, ma stiamo lavorando ad un’altra via per salvare il campionato. Una cosa sono i dati scientifici – afferma Ricciardi ai microfoni di Radio Punto Nuovo – ed altri le decisioni politiche. Decisioni così forti mettono poi in gioco l’unità nazionale, sono soluzioni pragmatiche, le persone sono un po’ più libere. La Lombardia ha avuto un numero di casi più alto, quindi dal punto di vista scientifico, la proposta ha un senso. Ovviamente andrebbero rispettate tutte le misure di sicurezza, in ogni Regione».
E proprio il nodo della quarantena che preoccupa un po’ tutti, dai club, ai medici, ai calciatori, è quello di più difficile risoluzione, in quanto non pare possibile accorciare i 14 giorni di isolamento previsti. «Il problema del calcio è che gli spettatori sono tanti – prosegue Ricciardi – bisogna essere in grado di garantire tutte le misure. Protocollo di 14 giorni? L’accorciamento non è possibile. Il periodo di allontanamento non può essere inferiore, ma una strada alternativa si può trovare, ci stiamo lavorando. Ci sono casi in cui l’incubazione dura anche oltre i 14 giorni. Man mano che le cose andranno meglio, si può ricominciare a pensare di allentare la guardia per il pubblico. Quindi credo possibile ad un numero ridotto di spettatori. Non saprei le tempistiche, ma credo che in quasi tutta Italia si possano cominciare a fare questi discorsi».