A rispondere all’ultimatum dell’ex Provincia è stato il legale incaricato di assistere la società nel procedimento fallimentare
Le spiegazioni chieste dall’ex Provincia non sono state fornite da un rappresentante legale, ma da un legale incaricato di assistere il Trapani nel fallimento. Così, di fatto, per l’ex Provincia il Trapani è come se non avesse risposto all’ultimatum che gli era stato inviato la scorsa settimana.
A rispondere alle criticità evidenziate dall’Ente è stato l’avvocato Andrea Capone, del Foro di Palermo, il quale si è qualificato, nella mail inviata giovedì 15, come “procuratore alle liti” per assistere il Trapani nell’udienza fallimentare del 21 ottobre al Tribunale di Trapani. Capone, quindi, “ha chiesto il differimento della revoca della sub-concessione rilasciata dal Trapani al Dattilo e stipulata per la disputa delle gare del campionato di serie D”, “oltre a chiedere di evitare lo spostamento dei libri contabili custoditi all’interno dell’impianto sportivo che potrebbero essere oggetto di visione da parte delle Autorità Giudiziarie”.
“Le informazioni contenute nella email non fanno altro che confermare le violazioni contestate con la diffida”
Le conclusioni alle quali è giunta l’ex Provincia è che la mail inviata dall’avvocato Capone “non proviene dal Trapani né dal suo rappresentante legale, ma da un legale incaricato per assistere la stessa società nel procedimento fallimentare, pertanto, si è accertato che nessun riscontro è stato fornito alla diffida consegnata il 7 ottobre, mediante Pec, da parte degli organi societari competenti a rappresentare il soggetto concessionario rispetto alle contestazioni formulate dall’Ente concedente”. Inoltre, sempre l’ex Provincia evidenzia come “nessuna giustificazione è stata fornita circa l’inattività del Trapani, escluso dal campionato di serie C, e con tutti calciatori svincolati dalla Figc”. Quindi, la conclusione è che “le informazioni contenute nella email non fanno altro che confermare che sono state commesse dal Trapani le violazioni contestate con la diffida”.