A frenare la trattativa sarebbe stata la richiesta, dell’attuale proprietà, di restare con una quota di minoranza ed un successivo possibile fraintendimento tra le parti
Il Dattilo voleva vendere il club a Renato Picciotto, il quale a sua volta voleva acquistare la formazione che milita nel campionato di serie D per rilanciare il calcio a Trapani, dopo la recente estromissione dei granata dal campionato di serie C.
«Le due parti avevano quasi definito un accordo – racconta il team manager del Dattilo Leonardo Raccosta a Tr3 Sport – dal punto di vista sportivo. Un accordo programmato in un certo modo, discusso nello stesso modo e definito anche in sede economica».
L’inghippo nella trattativa potrebbe consistere in un fraintendimento su una quota di minoranza richiesta a Picciotto da parte dall’attuale proprietà, come affermato da Raccosta: «Il Dattilo ha anche detto all’imprenditore Picciotto che era disponibile a dare l’80/il 90% delle quote della società allo stesso Picciotto. Noi ci siamo iscritti al campionato di serie D e quindi continueremo a fare il nostro campionato di serie D: quando ci siamo iscritti non c’era né il comitato né Picciotto».
Il team manager ribadisce inoltre: «Il concetto di rialzo è qualcosa di inesistente. Noi abbiamo chiarito la nostra posizione, chiedendo un minimo di interesse nella stagione sportivo 2020/2021, perché è il primo anno che facciamo la serie D: dopodiché questo giocattolo ve lo prendete e fatene ciò che ne volete fare. Massima tranquillità, trasparenza e disponibilità».
Raccosta a nome del club ha anche affermato una disponibilità futura nell’intavolare eventuali nuove trattative: «Il Dattilo era ed è nelle condizioni di sedersi attorno ad un tavolo. Allora con Picciotto, adesso se vuole anche con lo stesso Picciotto, o qualsiasi altra forma e tipologia di imprenditori che sono a Trapani e non. Noi non siamo arroccati sulle nostre idee e siamo a disposizione dello sport e della continuità sportiva legata all’imprenditore che viene».