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Coronavirus: il calcio vuole tornare, ma quanti dubbi per la ripresa…

Sono tante le criticità che aspettano le squadre. Da quelli economici, per il mega-ritiro, a quelli di salute, tra test continui ed il caldo. Mentre gli spettatori resteranno a casa.

Partite ogni tre giorni, spalmate dal pomeriggio alla sera, con allenamenti da tenersi in notturna, con l’incognita del caldo ed un ritiro pressoché continuo.

Non è per nulla rosea la previsione per le 20 squadre di serie B in vista della ripresa del campionato. Se dalle indiscrezioni appare certa la suddivisione tra categorie, con la A che riprenderà prima per lasciare spazio alle coppe europee, in serie B ed in serie C la situazione si complica parecchio e, quindi, anche per il Trapani.

La serie A va verso un mega-ritiro per consentire ai calciatori di non contrarre il Covid-19 con continui test ai quali dovrebbero essere sottoposti atleti e staff tecnico, oltre che gli arbitri. Ed è facile immaginare come tutto questo avrà delle ripercussioni non indifferenti sui bilanci delle società, le quali certamente in questo momento non navigano nell’oro.

La ripresa del campionato, nella migliore delle ipotesi, è prevista alla fine di maggio, con la fine a luglio. E poi, si ipotizza che non ci si potrà recare a giocare quantomeno dal confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna in su. Evitando, quindi, partite in quelle zone che sono state martoriate dal Coronavirus. E, così, ad esempio, la Cremonese potrebbe ritrovarsi costretta a disputare le gare casalinghe in altre città, così come tante altre formazioni.

Per quanto riguarda i diritti televisivi, la Rai ha un contratto per la trasmissione dell’anticipo del venerdì sera, mentre Dazn per tutto il campionato, con le gare previste dal venerdì al lunedì. Pertanto, giocando ogni tre giorni, bisogna concentrare tutte le gare in un “pacchetto” di giornate: presumibilmente dal martedì al giovedì per l’infrasettimanale e dal venerdì alla domenica per il turno “regolare”, andando però ad assegnare diversi orari alle gare, per consentire agli abbonati di potersi “perdere” il minor numero di partite per via della contemporaneità.

Un ritmo sicuramente “stressante”, anche e soprattutto per il caldo, pur se ad affrontarlo dovranno essere atleti professionisti. Ritmo “difficile da sostenere” inoltre, in considerazione delle alte temperature previste in estate e, in questo contesto, si inserisce il “problema” degli allenamenti. Già per il fatto di giocare ogni tre giorni gli allenatori avranno a disposizione soltanto una/due sedute prima delle gare di campionato (e pertanto diventa fondamentale la condizione fisica che gli atleti dovranno riacquistare), ma poi dovranno fare il conto anche con il caldo e, così, già si fa largo l’ipotesi di allenamenti in notturna.

Tutto questo senza pensare ad altri due fattori. Il primo è che per i tifosi, alla fine, c’è la quasi certezza di non poter assistere alle partite. Il ritorno sugli spalti, infatti, sembra potersi materializzare soltanto con l’avvento della nuova stagione sportiva, quindi, tutte le gare dovrebbero disputarsi a porte chiuse. Il secondo è capire se la Figc, così come la Uefa, abbiamo pronto un piano B nel caso in cui, dopo la ripartenza, dovesse verificarsi un nuovo contagio tra i calciatori.

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