Sugli emolumenti dei calciatori, con fine contratto al 30 giugno, sarebbe vicina l’intesa che verrebbe incontro agli interessi sia dei giocatori sia dei club
Un accordo che farebbe gli interessi di entrambe le parti e che consentirebbe di affrontare la parte rimanente della stagione e quella successiva con un piano d’azione condiviso. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport: «L’accordo si fonda su un principio cardine: la stagione 2019-20 sarà di 14 mesi (e non di 12), quella 2020-21 di 10 (e non di 12). A livello di stipendi però non cambierà niente: come i calciatori non potranno richiedere un compenso extra per giocare 2 mesi in più (luglio e agosto), i club non potranno esigere tagli agli ingaggi per il prossimo anno (2 mesi in meno) perché si inizierà l’1 settembre. In pratica le stagioni saranno vincolate al numero di partite giocate e non ai mesi».
Tuttavia, il principio scelto non risulterebbe di facile applicazione per tutte le diverse tipologie contrattuali dei calciatori. In particolare il problema sussiste per i calciatori con contratto in scadenza al 30 giugno e per chi è in prestito annuale, con scioglimento del vincolo contrattuale a far data dall’1 luglio e di conseguenza il ritorno alla società di provenienza.