
La formazione calabrese non ha versato i debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate
Da una parte l’ottimismo della società pronta a cambiare padrone, dall’altra i dubbi sollevati dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport che sull’iscrizione della Reggina scrive così:
“Tutto dipenderà comunque dal parere della Covisoc sulla domanda di iscrizione, che la Reggina ha definito attorno alle 23 di martedì (il termine era la mezzanotte) con i bonifici ai giocatori per gli ultimi tre stipendi e – pare – anche per i 5 mesi di Inps e i 4 di Irpef non pagati e relativi al 2023: in totale circa 7 milioni. Mancherebbe però un pagamento: quello relativo al famoso piano di ristrutturazione del debito che era stato accettato (tra le polemiche) dal Tribunale di Reggio Calabria, con lo stralcio del 95% del debito con l’Agenzia delle Entrate che aveva fatto scendere la cifra da pagare (relativa al pregresso) da 15,7 milioni a soli 757 mila euro, compresi i debiti con altri creditori.
Perché questa mancanza? Il Tribunale aveva scritto che il debito sarebbe dovuto essere saldato entro il 30 giugno, quindi la Reggina avrebbe ancora qualche giorno per sistemarlo, ma in realtà era un adempimento a cui ottemperare ai fini dell’iscrizione, i cui termini sono scaduti martedì”.
Resta da comprendere se la voce del Tribunale di Reggio Calabria prevalga o meno su quanto previsto dalle normative sportive. In questa vicenda segue attentamente il Trapani, che ha una minima possibilità di ripescaggio in serie C, considerando la mancata iscrizione del Pordenone e l’iscrizione incompleta del Siena.
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