L’indicatore di liquidità è inferiore al minimo previsto e di conseguenza non sarebbero ammesse le operazioni di acquisizione del diritto delle prestazioni sportive dei giocatori
La Covisoc ha contestato al Trapani una carenza finanziaria di 438 mila euro, facendo risultare quindi l’indicatore di liquidità inferiore al minimo previsto.
La procedura ora prevederebbe la non ammissione alle operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni sportive dei calciatori. Una sorta di blocco del mercato in entrata, a meno che non vi sia un saldo positivo dalle cessioni. Un blocco che sarebbe revocabile una volta effettuato il ripianamento.
Al contrario di quanto avviene con la Uefa in cui viene imposto il fair-play finanziario, infatti, in Italia la federazione chiede di inserire liquidità per ripianare la carenza finanziaria che nel Trapani è stata individuata dalla Covisoc nella somma di 438 mila euro.
L’indicatore di liquidità è dato dal rapporto tra attività disponibili e debiti a breve termine. La Figc prende in considerazione quanto comunicato dalle società nel primo bilancio trimestrale del 2020, relativo ai mesi di gennaio, febbraio e marzo. Tra le altre cose, il Trapani non rispettò la scadenza del 30 giugno, ma presentandolo in ritardo. E per questo motivo è anche scattato il deferimento al Tribunale Federale Nazionale.