Il Libero Consorzio vorrebbe applicare la tariffa utilizzata con il Trapani, ma l’esborso sarebbe eccessivo, così il sindaco Scarcella è pronto a coprire le spese
Una fase di stallo. E’ quella per l’assegnazione al Dattilo dello stadio Provinciale. La società ha già presentato la sua richiesta per ottenere, dietro un compenso, il diritto ad utilizzare l’impianto, ma al momento le parti sono distanti.
L’ex Provincia, infatti, vuole concedere lo stadio sulla base del tariffario utilizzato in passato per il Trapani, con un esborso di diverse decine di migliaia di euro a carico del Dattilo. Una tariffa calcolata, però, con tante, troppe aggiunte che non occorrono al Dattilo, a cominciare dall’impianto di illuminazione, infatti il Dattilo non ha in programma gare in notturna e neanche allenamenti serali. Ed ancora, la società biancoverde non andrebbe ad utilizzare la sala stampa, considerato che per via della pandemia da Coronavirus già il Trapani nel passato campionato aveva sospeso le conferenze in presenza, sostituiendole con delle interviste tramite remoto. E, poi, nell’accordo con il Trapani, che l’ex Provincia sembrerebbe voler riproporre con il Dattilo, figura anche l’utilizzo della palestra che sorge sopra l’ex Curva Nord, sostanzialmente, invece, inutile per la causa biancoverde.
A questo punto, quindi, la soluzione potrebbe essere rappresentata da un interesse diretto da parte di Peppe Scarcella, il sindaco di Paceco. “Ho già fatto presente verbalmente al commissario del Libero Consorzio la disponibilità da parte del Comune di Paceco di coprire parte delle spese che dovrebbe andare a sostenere il Dattilo per l’utilizzo del Provinciale – conferma Scarcella -. Adesso siamo in attesa di avere una risposta da parte dell’ex Provincia e della fissazione di un incontro, naturalmente tenendo a mente che il nostro apporto economico non potrà andare oltre una determinata soglia”.
Un accordo, ad ogni modo, dovrebbe andare bene anche allo stesso Libero Consorzio, in quanto un impianto non utilizzato è un impianto che rischia di essere vandalizzato, come, purtroppo avvenutro troppo spesso nell’hinterland trapanese negli ultimi anni.
