L’ex centrocampista granata dice la sua sull’estromissione del club trapanese dal campionato di serie C e rivive il ricordo del suo periodo
Maurizio Ciaramitaro non nasconde mai le proprie idee senza grandi giri di parole. Il suo essere chiaro e netto in tutte le circostanze hanno fatto di lui un uomo, prima dell’essere calciatore, apprezzato in ogni piazza in cui ha giocato. Nel corso di un’intervista rilasciata a goalsicilia dice la sua sulla vicenda Trapani: «Per quello che hanno fatto lo scorso anno il mister e i ragazzi non se lo meritavano. Il Trapani aveva fatto una rincorsa allucinante e per soli settantamila euro, che sembra pure brutto dirlo, hanno fatto prendere due punti di penalizzazione decisivi per la retrocessione. Io mi immedesimo in tutti i ragazzi e in mister Castori che hanno fatto qualcosa di assurdo. Salvati in campo e retrocessi solo per una mala gestione, che parte da due anni fa. Quando devono controllare le cose per bene, non le fanno: questo è il problema».
Un’estromissione dal campionato di serie C che nasce da diverse annate difficili, come ricordato da Ciaramitaro: «Situazioni che si portano dietro e poi a due giorni dall’inizio del campionato si è visto che il Trapani dovesse sparire. Non funziona così, non è corretto. Certa gente non deve stare nel calcio. Ho vissuto il Trapani quando c’era una famiglia importante, che gestiva la società e purtroppo per altre vicende, che, ancora adesso, non si sa se siano veritiere o meno, è venuta fuori da Trapani ed è successo quello che è successo».
Quattro anni in granata, con la certezza della famiglia Morace, per Ciaramitaro: «Io ho girato tante squadre prima di arrivare a Trapani. Appena giunto non erano così organizzati, ma a noi giocatori non mancava nulla. Io non ho mai preso lo stipendio tutti i mesi il 15: a Trapani per quattro anni con la famiglia Morace non ho mai preso lo stipendio il giorno successivo del mese. Questo fa capire molto sulla gestione di Morace».