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Trapani, il Sorrentino diventa un caso politico

Le scintille sul centro sportivo proseguono. L’impianto viene considerato un “ostaggio” da parte del comune di Trapani, proprietario della struttura

L’amministrazione del comune di Trapani sarebbe pronta a presentare un nuovo bando per la gestione del centro sportivo “Roberto Sorrentino”. La concessione dell’impianto è stata recentemente revocata al Trapani. Non ci sarà quindi uno scorrimento del precedente bando e di conseguenza l’assegnazione all’Accademia Sport Trapani.

Marcello Campione

Sulla vicenda è intervenuto anche Marcello Campione, commissario comunale di Trapani della Lega: «Paradossalmente il campo di allenamento Roberto Sorrentino, dato in gestione alla società ormai fallita dopo l’emanazione di un bando pubblico, viene tenuto in ostaggio con l’apparente giustificazione di volerlo rendere fruibile a tutte le società sportive trapanesi cancellando di fatto il bando stesso. Nel frattempo il campo è già stato fatto oggetto di numerosi atti vandalici e la società seconda classificata nella graduatoria del bando non può usufruirne mettendolo in sicurezza e consentendo ai ragazzi della scuola calcio di svolgere quell’attività consentita dai vari Dpcm. Gli impianti sportivi pubblici trapanesi sono praticamente tutti inagibili e il Sorrentino era uno dei pochi nel quale era ancora possibile espletare un’attività di formazione sportiva».

Vincenzo Maltese

Sulla stessa lunghezza d’onda i toni utilizzati dall’avvocato Vincenzo Maltese, presidente del circolo Trapani-Erice di Diventerà Bellissima: «Per evitare che anche il campo “Sorrentino” vada ad allungare la lunga lista delle strutture sportive ancora chiuse e vandalizzate presenti in città, assieme a tutti gli iscritti al movimento Diventerà Bellissima ma anche facendoci portavoce delle richieste di diverse famiglie e di diversi sportivi, facciamo appello al suo buon senso, affinché torni sui suoi passi e assegni la suddetta struttura alla seconda associazione sportiva presente in graduatoria».

Una scelta che, a detta di Maltese «darebbe nuova linfa allo sport del settore calcistico giovanile sia in città che nell’hinterland delle società partecipanti a categorie regionali e conserverebbe il valore dell’impianto sportivo destinato altrimenti all’incuria e al degrado».

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