A dirlo è la Corte Federale d’Appello che ha confermato i cinque anni di inibizione inflitti dal Tribunale Federale Nazionale all’ex amministratore delegato granata
“Maurizio De Simone ha utilizzato le casse del Trapani in forma estranea ai principi che regolano l’attività di una società sportiva”. A dirlo è la Corte Federale d’Appello che ha diffuso le motivazioni con le quali conferma l’inibizione di cinque anni già inflitta dal Tribunale Federale Nazionale per appropriazione indebita di denaro, immissione di denaro derivante dalla commissione di attività illecite di evasione e/o elusione fiscale per un totale che porterebbero ad un ammontare di oltre 300mila euro.
“È oggettivamente lunga e documentata, e persino non del tutto smentita dal reclamante quanto meno quale “fatto storico”, la serie continua di episodi di versamenti e prelevamenti anomali, di fatturazioni con società collegate o riferibili al De Simone cui non corrispondeva con certezza una prestazione sottostante. Ripetuta movimentazione di contante appartenente al Trapani, operazioni in conflitto di interessi e ancora ulteriori forme di irregolarità gestionale, anche inerenti le garanzie alla Figc per l’iscrizione al campionato di competenza”.
Una presa di posizione netta da parte della Corte Federale d’Appello, che sottolinea, inoltre, come l’ex amministratore delegato del Trapani abbia presentato il ricorso in ritardo di ben sette giorni e che non aveva prodotto in primo grado alcuna memoria difensiva né soprattutto alcun documento.