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Boscaglia: «Morace ha regalato il sogno del Trapani»

Intervista al tecnico che portò i granata dalla serie D alla serie B, nel segno del ricordo del Comandante. Un rapporto umano che supera anche quello assai vincente dal punto di vista sportivo

Il papà del Trapani e dei tifosi granata. Così viene descritto da tutti Vittorio Morace, morto all’età di 81 anni, dopo una malattia, che l’ha accompagnato negli ultimi anni di vita.

Un vincente dal punto di vista sportivo, portando il Trapani dall’Eccellenza ad un passo dalla serie A, quanto immenso sotto l’aspetto umano, con la semplicità e la pacatezza che l’hanno sempre contraddistinto.

Morace ha dato tanto al Trapani, ai suoi tifosi, ma anche ai tanti professionisti del calcio che con lui hanno realizzato il cammino più vincente della storia granata. Tra questi c’è sicuramente anche Roberto Boscaglia, guida tecnica del Trapani che raggiunse per la prima volta nella storia del club la serie B, a suon di promozioni, con il ripescaggio in Seconda Divisione di Lega Pro ed il successivo passo in avanti in Prima Divisione di Lega Pro.

Roberto Boscaglia, con un filo di voce assai emozionata, dove traspare tutto l’affetto nei confronti del Comandante, ha rivolto il suo ultimo saluto: «Sono giorni tristi e non solo per quello che ha dato al Trapani, ma anche per tutta la Sicilia e per tutte le persone che l’hanno conosciuto. Ha accolto me e la mia famiglia nella sua. Una persona che mi ha dato tantissimo ed insegnato altrettanto soprattutto dal punto di vista umano. Una di quelle persone che non posso dimenticare mai e che porterò nel cuore per esperienza e per quello che era la sua idea di fare calcio e impresa». 

Nel corso dell’intervista rilasciata a trapanigranata.it, il tecnico di Gela poi continua: «Un ricordo di una persona strepitosa e di grande senso di appartenenza, nonostante non fosse di Trapani e siciliano, ma Trapani gli ha dato qualcosa e lui ha ricambiato in maniera fantastica. Un uomo che ha tracciato un solco. Quando sono arrivato mi ha dato carta bianca e noi veramente abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso, ma lui è l’artefice principale, perché è lui che prendeva le decisioni, noi eravamo suoi collaboratori». 

Trapani è stata una tappa importante nella carriera di Roberto Boscaglia, anche grazie al Comandante Vittorio Morace: «Lui si è fidato di me ed io lo ringrazierò per tutta la vita, perché se oggi sono un allenatore conosciuto, è anche e soprattutto merito suo. Abbiamo deciso di cambiare marcia e di dare un’identità nuova a quello che era la squadra di calcio, che si identificava nella città. Una squadra che lottava, che andava ovunque ed usciva a testa alta tra gli applausi. Trapani è una realtà conosciuta, ma che con il calcio si è fatta conoscere ancora di più con i suoi meravigliosi tifosi. Qualcosa di incredibile. Oggi parlare del presidente che non c’è più mi sembra anche strano e triste. Sono molto vicino alla famiglia, ai figli e alla moglie che sono stati per me una seconda famiglia». 

Un rapporto professionale interrotto con il Trapani, ma con un profondo legame umano ancora oggi presente: «Io poi sono stato anche esonerato da lui, ma fu un esonero come se fosse mio padre, perché forse era il momento giusto. Il mio bene nasce anche da quell’esonero. Io poi sono andato a trovarlo dopo il mio anno al Brescia e mi ha accolto a braccia aperte. Momenti che non dimenticherò mai e che ricordo oggi con le lacrime agli occhi».

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