Attaccante veloce e sgusciante. Ma anche di una grande simpatia, pur se di poche parole. Era Charlibie Christian Okolie, per tutti Charlie, nato a Lagos, in Nigeria, il 2 marzo 1983.
La sua storia è un romanzo. A 17 anni viene invitato da una squadra sudafricana per raggiungere l’Italia e disputare il torneo di Viareggio. Poi, però, non rientra e rimane in Italia diventando, di fatto, un clandestino. Raggiunge Palermo, dove il fratello è preparatore dei portieri al Ribolla, e lì comincia la sua seconda vita. Così, a puntare gli occhi su questo attaccante tutta velocità è il Trapani, impegnato nei primi anni Duemila nella ricostruzione. L’allora presidente Birrittella lo assume nella sua azienda consentendogli di regolarizzare la sua posizione, mentre in società si lavora al transfer dalla Nigeria.
Alla fine tutto va a buon fine e nel 2003-04, con i granata in D, arriva finalmente il momento dell’esordio. Quell’anno gioca 20 partite e segna 9 gol, mentre i tifosi della curva gli cantano Il mio amico Charlie. Fa tanto bene che arriva anche la chiamata dell’Ascoli, in B dove, però, gioca una sola partita, rientrando a Trapani e l’anno dopo scende in campo 31 volte mettendo a segno altri 10 gol. Poi lascia i granata ed approda in C1 al Gela, poi alla Nocerina in C2 per continuare con svariate squadre siciliane tra D ed Eccellenza.